Il fronte dei contrari: "Fuori tutte le carte. Sala venga in aula"

Corbani (SìMeazza): Milan, c’è conflitto di interessi

Il fronte dei contrari: "Fuori tutte le carte. Sala venga in aula"

In alto il rendering datato 2019 dal quale si riparte per il nuovo impianto sportivo; a sinistra protesta del Comitato contro l’abbattimento di San Siro

Fuori le carte. Il portavoce del Comitato SìMeazza Luigi Corbani, che si batte per la difesa dello stadio di San Siro, ha scritto una lettera al sindaco Giuseppe Sala, alla presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi ma anche ai vertici della Corte dei Conti e al Comitato per la legalità del Comune presieduto dall’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo per chiedere all’amministrazione di mostrare l’atto con cui quest’ultima ha chiesto all’Agenzia delle Entrare di fornire una valutazione economica sullo stadio di San Siro e sull’area limitrofa, entrambi di proprietà comunale. La mossa di Corbani arriva subito dopo aver appreso del vertice a Roma, al ministero della Cultura, in cui il sindaco e i club hanno presentato il progetto di realizzazione di un San Siro bis e della rifunzionalizzazione della Scala del calcio.

Corbani scrive: "Vorremmo avere notizia di una lettera, di un atto, di un documento ufficiale o ufficioso con cui il sindaco di Milano ha chiesto alla Agenzia delle Entrate una valutazione di San Siro e delle aree circostanti, in particolare ci interessa avere cognizione su quali mappe catastali di fabbricati e terreni è stata chiesta la valutazione. In questo senso ci appare necessario, per la trasparenza degli atti pubblici, avere anche il valore dello stadio Giuseppe Meazza e dei terreni circostanti che compaiono a patrimonio nel Bilancio del Comune di Milano". Non solo. "In questo senso ci appare necessario, per la trasparenza degli atti pubblici, avere anche il valore dello stadio Giuseppe Meazza e dei terreni circostanti che compaiono a patrimonio nel Bilancio del Comune di Milano".

Il responsabile del Comitato SìMeazza, subito dopo, cita l’indiscrezioni che sostiene che il fondo Redbird abbia deciso che, in caso di conclusione positiva della “vicenda Stadio Meazza”, darà al proprietario del fondo, al presidente e all’amministratore delegato dell’Ac Milan spa, un “bonus monetario” molto consistente: "Chiediamo se non vi siano palesi conflitti tra l’interesse pubblico e interessi privati, aventi ad oggetto un bene pubblico".

Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Enrico Marcora, già da lunedì sera, dopo aver appreso dell’incontro del giorno dopo nella Capitale, era andato all’attacco: "Il sindaco parla di vendita dello stadio di San Siro: venga in aula a illustrare i modi e le forme al Consiglio comunale, che sia garantito il massimo livello di trasparenza e serietà quando si tratta di alienare beni del Comune di Milano di tale importanza. Ho chiesto un Consiglio comunale straordinario! Le trattative devono essere fatte alla luce del sole e informando i consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza".

La richiesta di un Consiglio straordinario sul tema stadio è avanzata anche dal consigliere comunale ambientalista Enrico Fedrighini: "Il sindaco venga in aula ed informare i cittadini – e i relativi rappresentanti istituzionali – in relazione alle trattative sul futuro dello stadio Meazza, alla luce degli incontri con i ministri della Cultura e dello Sport".

Non è finita. Il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi ricorda che "fino a qualche settimana fa sembrava cosa fatta la ristrutturazione del Meazza, tutti d’accordo e il sindaco entusiasta rivendicava la soluzione come merito suo. Poi le squadre hanno cambiato idea e il sindaco si è subito accodato. Ma cosa è stato deciso per lo stadio attuale? Cosa è la rifunzionalizzazione? Cosa succederà per l’area intorno, nuova e ulteriore cementificazione come chiedono le squadre? Ma non deve decidere il consiglio comunale?".

M.Min.