di Massimiliano Mingoia
Lo stadio di San Siro è salvo. Non sarà abbattuto perché la Soprintendenza è pronta a mettere un vincolo. Ma potrebbe rimanere vuoto tra qualche anno se Milan e Inter decideranno di abbandonare il Meazza e di realizzare i loro nuovi impianti fuori Milano: i rossoneri puntano sull’area San Francesco a San Donato Milanese, i nerazzurri – la notizia è di ieri – sul terreno di proprietà dei gruppi immobiliari Bastogi e Brioschi a Rozzano. Ma torniamo alla Scala del calcio. Dopo qualche mese d’attesa, la soprintendente milanese Emanuela Carpani sembra aver sciolto la riserva e deciso che il secondo anello del Meazza, che nel 2025 compirà 70 anni, dovrebbe essere sottoposto a vincolo culturale semplice. Perché usiamo il condizionale? Perché la notizia non è stata comunicata dalla stessa Soprintendenza ma da una nota del Comune, che "fa sapere che non è ancora pervenuta una comunicazione ufficiale da parte della Soprintendenza, ma sembrerebbe ormai acclarata la scelta per un ’’vincolo culturale semplice’’. Vincolo che di fatto impone, in concreto, che lo stadio rimanga lì dov’è. Si ricorda, ancora una volta, che il progetto di un nuovo stadio presentato dai due club contemplava l’abbattimento dell’attuale impianto".
La decisione della soprintendente Carpani non è stata presa per niente bene dal sindaco Giuseppe Sala. Nella stessa nota di Palazzo Marino, infatti, sul vincolo su San Siro si sottolinea che "se confermata, la decisione della Soprintendenza avrebbe conseguenze gravi non solo per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica, ma anche perché ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto".
A parte l’area di San Siro, su cui, nel settembre 2019, si incentrava il progetto di Milan e Inter di realizzare un nuovo stadio nel parcheggio limitrofo e costruire un distretto commerciale e sportivo dove ora c’è proprio il Meazza, l’unica area cittadina in cui il Comune pensa si possa realizzare un nuovo impianto calcistico è quella di viale Puglie di proprietà di Sanitaria Ceschina. Il problema è che i due club calcistici meneghini non hanno preso neanche in considerazione quest’ultima soluzione e puntano su San Donato e su Rozzano. Se rossoneri e nerazzurri lasceranno San Siro, dunque, che ne sarà della Scala del calcio vuota? È questo lo scenario che ora preoccupa Sala.