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Piazza Frattini, il grido di rabbia dei commercianti: "Siamo stati abbandonati da tutti, abbiamo imparato ad adattarci"

A parlare sono Massimo Monti di Asselor e il concessionario Cesare Quacquarelli

Nella foto alcuni dei lavori in corso nella zona di piazza Frattini

Nella foto alcuni dei lavori in corso nella zona di piazza Frattini

Milano – La virtù più grande che hanno sviluppato i commercianti di piazza Frattini e dintorni è la capacità di adattamento al fine di sopravvivere. La zona è chiusa da diverso tempo e ora, finalmente, la situazione dovrebbe migliorare con la riapertura della piazza. Gli umori, comunque, "non sono dei migliori" come spiega Massimo Monti, presidente di Asselor, l’associazione dei commercianti di via e titolare del negozio Kasanova.

"Non sappiamo se la viabilità riaprirà davvero nei tempi annunciati – ammette Monti –: bisognerebbe chiedere agli operai a che punto è il tutto. In ogni caso, i commercianti si sentono abbandonati da qualsiasi istituzione. Le autorità arriveranno solo quando ci sarà da inaugurare la piazza. Sono stanchi...siamo tutti stanchi, la situazione è difficilissima. In questi due mesi nessuno ci è venuto a dare informazioni o a posizionare cartelli per dare indicazioni precise e per attirare più persone nei negozi".

Poi aggiunge: "Ho anche discusso con i vari Presidenti di Municipio e della viabilità: i cartelli sono stati messi sbagliati quasi per evitare che le macchine passassero da piazza Frattini. L’area non è chiusa al mondo, dovrebbero aiutare i commercianti a capire come sia la circolazione".

Per fortuna, nessuno è stato costretto a chiudere la propria attività, però la zona ne ha risentito. "Rimane una sorta di piazza – paese, frequentato da persone che abitano nei dintorni. Tanti fanno fatica e stanno tirando le cinghia, da anni non raccogliamo le quote di associazione. Alcuni hanno temporaneamente messo in pausa le proprie attività e dovrebbero riaprire. Io sono ottimista, speriamo si torni alla normalità, anche se i lavori non sono finiti: almeno passeranno gli autobus fondamentali per chi deve andare all’ospedale San Paolo".

La linea di pensiero è condivisa pure da Cesare Quacquarelli, titolare dell’omonima concessionaria in via Lorenteggio 60. "Da quanto ho capito – dice – siamo nei tempi previsti per la riapertura. Il tema vero riguarda il design della piazza. È qualcosa che abbiamo contestato, già due anni fa: ovvero, come è stata concepita, ci sono delle restrizioni evidenti per il traffico veicolare. Ci saranno problemi su via Lorenteggio, via D’Alviano, via Bellini". Pure in questo caso c’è quindi un po’ di preoccupazione: "Visto la nostra attività, abbiamo necessità che i veicoli possano arrivare, circolare e trovare parcheggio".

In maniera del tutto franca racconta: "Questi ultimi dieci anni sono stati un calvario, abbiamo dovuto fare scelte radicali e trovare altri depositi esterni con grossi incrementi di costi, solo per fare un esempio".

Eppure, da sempre non mancano lamentele e segnalazioni del caso. "Quello che suggeriamo è di rimodulare gli ingressi nella piazza, consentendo il traffico ai veicoli affiancati, cosa attualmente impossibile. Poi ci sono anche problematiche che abbracciano il tema sociale. Non ci sono aree verdi per fare attività fisiche".

Infine, conclude con una riflessione in cui traspare grande amarezza. "Ci siamo saputi arrangiare – conclude – per noi, è stata una bella sfida, la definirei quasi formativa".

Giuliana Lorenzo