di Daniele De Salvo
Venti progetti urgenti per cancellare traffico e inquinamento ma soprattutto per non essere tagliati fuori dal resto d’Europa e continuare a far viaggiare l’economia, produrre ricchezza ed esportare il made in Italy. Sono ferrovie, strade, ponti, aeroporti, porti, piste ciclabili. Li reclamano gli imprenditori lombardi di Unioncamere che per Pil, export e movimentazione di merci e persone sono il motore d’Italia. Alcune opere sono già progettate, finanziate e in fase di costruzione. Molte no: mancano soldi e volontà politica. Occorre però sbrigarsi per ridurre il gap infrastrutturale che costringe industriali, artigiani, agricoltori, commercianti piccoli e grandi di quasi tutte le province della Lombardia a competere con il freno a mano tirato e per non perdere i treni carichi di miliardi di Pnrr e Olimpiadi invernali 2026.
"Queste opere garantiranno maggiore sicurezza degli spostamenti, migliore accessibilità e una maggiore competitività", commenta l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Terzi che ha ricevuto il “Libro bianco“ dal presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio, che spera non resti un libro dei sogni chiusi nel cassetto.
Il primo intervento in elenco è il potenziamento della linea Gallarate – Rho da 828 milioni, il 63% già stanziati: se ne discute anche nelle aule della giustizia amministrativa dal 2012, ma dovrebbe essere pronto il 2026. Gli altri sono i potenziamenti della ferrovia Brescia – Cremona – Piacenza tutto da definire; della Gronda Chiasso – Monza che costa un miliardo e mezzo che non ci sono; e della Milano – Pavia – Voghera – Tortona per un conto da 1 miliardo e mezzo; il collegamento ferroviario da 100 milioni tutti finanziati del Terminal 2 di Malpensa a Gallarate da inaugurare nel 2025; lo sviluppo dell’aeroporto di Montechiari con l’allungamento della pista a 3 chilometri e mezzo; il potenziamento della strada tra Magenta, Vigevano e la Tangenziale Ovest per Malpensa; la nuova Gallaratese di 9 chilometri e 8 svincoli tra Basso Varesotto, Nord Milanese e Malpensa; il nuovo ponte della Becca sul Po la cui mancanza costa almeno 40 milioni l’anno.
E ancora: il potenziamento della linea Milano – Sondrio – Tirano che sarà finito nel 2026 come quello della Statale 36; la fine del raddoppio della linea Milano – Mortara; la Pedemontana lombarda tra Cassano Magnago a Osio Sotto da 3 miliardi, che nel 2025 sarà pronta solo in parte.
E infine: l’interconnessione tra Pedemontana e Brebemi per il 2026; l’autostrada Cremona – Mantova entro il 2027; l’upgrading e il nuovo terminal del polo logistico di Milano per smistare 1.200 treni al mese; il potenziamento dello scalo merci di Brescia con una spesa di 78 milioni; il nuovo centro intermodale di Bergamo. Poi ci sono la ciclovia Venezia – Torino, lunga 730 chilometri, che per i tratti lombardi costa 93 milioni; e il completo rilancio della navigazione interna per collegare via acqua la Lombardia all’Adriatico.