MARIA RITA
Cronaca

Il libro di Tommy e il (vero) genio della diversabilità

Parsi Se tutti i cervelli fossero “ribelli”, il mondo cambierebbe in meglio, valorizzando l’importanza della varietà dei colori dell’arcobaleno. Ovvero...

Parsi Se tutti i cervelli fossero “ribelli”, il mondo cambierebbe in meglio, valorizzando l’importanza della varietà dei colori dell’arcobaleno. Ovvero...

Parsi Se tutti i cervelli fossero “ribelli”, il mondo cambierebbe in meglio, valorizzando l’importanza della varietà dei colori dell’arcobaleno. Ovvero...

Parsi

Se tutti i cervelli fossero “ribelli”, il mondo cambierebbe in meglio, valorizzando l’importanza della varietà dei colori dell’arcobaleno. Ovvero individuerebbe , riconoscendole, le parti molteplici che compongono l’unità identitaria che guida la storytelling di ogni essere umano. Di ciascuno e di tutti. Credo che il mondo finirà quando tutti avremo vissuto la vita di tutti. E che parlare non è ciò che caratterizza la bestia umana bensì ogni traccia che il suo inconscio trasforma in testimonianza, patrimonio di Bellezza: dai graffiti a pittura, scultura, scrittura, letteratura, musica, danza, fotografia, cinema, fumetti, web. Tanti sono i linguaggi che possono essere usati in modo interdisciplinare per parlare all’inconscio e al conscio di noi stessi e degli altri. Perché - come insegna il libro che Tommy, genio autistico, ha realizzato con suo padre Gianluca Nicoletti - “Nel paese dove i maiali volano e i lupi galleggiano”, dove l’unico Ometto Rosso e Blu, rimasto solo perché abbandonato da chi considera "l’amore non un abbraccio ma un braccio di ferro", possiede il segreto per poter volare per trasformarsi in qualunque cosa, per diventare invisibile. È un segreto che vorrebbe condividere con i giganti maialoni, i felici giardinieri arrabbiati, il troppo bello Pavone Gedone. E a volte ci riesce, a volte è difficile, ma è comunque unico come per chi, essendo autistico ha "uno sviluppo sopra la norma di potenziale cognitivo, memoria, capacità di calcolo, abilità musicali".

Mai avuto modo di incontrare miglior testimonianza della potenzialità creativa della condizione autistica come in questo libro. Il padre, Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, direttore del “Teatro degli Eroi”, aveva già raccontato come collaborava col suo geniale figlio in tre libri: “Una notte ho sognato che parlavi“; “Alla fine qualcosa ci inventeremo”; “Io figlio di mio figlio”. E Tommy oggi è il perno di una scuola d’arte. Se questa meraviglia è il suo primo libro, ben vengano gli altri. Soprattutto se all’insegna di un rapporto padre-figlio dove la diversabilità è il genio che trabocca accettando che con il personaggio della “Megera dei brutti sogni” è necessario convivere, trasformandoli in arte.