
Il liceo diventa grande. E il cantiere si trasforma in laboratorio sul campo per tutti i suoi studenti
Da cantiere (e possibile disagio) a laboratorio didattico di innovazione e creatività. È il progetto virtuoso avviato da Città metropolitana di Milano in collaborazione con la direzione scolastica nel liceo artistico Fontana di Arese. Qui, nei mesi scorsi, sono iniziati i lavori per l’ampliamento e la riqualificazione della scuola. Un intervento da 1,9 milioni di euro finanziato con i soldi del Pnrr e atteso da anni. L’attuale sede, infatti, non è abbastanza grande da ospitare tutti i liceali (quasi 400) che a rotazione vanno a scuola anche il sabato. Aule e laboratori sono inadeguati e vecchi. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova ala del Fontana con sei aule per circa 160 alunni, 3 laboratori, uno spazio per esposizioni didattiche e servizi igienici, su due piani. Fin qui può sembrare un cantiere come tanti altri. Ma non lo è. La novità sta nel fatto che il progetto, affidato alla società Sce Project srl, è stato elaborato tenendo in considerazione il percorso didattico che stanno facendo gli studenti dei quattro indirizzi e per dare loro la possibilità di apprendere linguaggi e le tecniche delle arti figurative, dell’architettura, del design, della grafica e del multimedia-audiovisivo. Un nuovo modo di studiare ‘in cantiere’, tant’è che una volta finito il nuovo edificio potrà essere considerato la “casa dei giovani artisti“.
Ieri mattina le classi del triennio degli indirizzi di architettura e ambiente, design, audiovisivo e multimedia, dopo aver partecipato a una lezione sul percorso progettuale e le prime fasi della costruzione del nuovo edificio, divisi in gruppo e accompagnati dal direttore dei lavori, il direttore operativo delle strutture, il coordinatore della sicurezza e il direttore tecnico dell’impresa esecutrice, hanno fatto il loro primo tour in cantiere. Penna e taccuino in mano per gli studenti dell’indirizzo di architettura, macchine fotografiche, smartphone e videocamere per gli studenti dell’indirizzo audiovisivo, che hanno il il compito di documentare le varie fasi di realizzazione dell’opera, raccogliendo materiale fotografico, disegni o interviste.
"A questa prima attività seguiranno altri workshop e sopralluoghi in cantiere – dichiara la preside Giuseppina Pelella (nella foto a sinistra) –: è il cantiere che diventa materia di studio. Si tratta di un’occasione da scuola finlandese, un’innovazione metodologico-didattica in chiave Steam fortemente voluta dai docenti delle materie di discipline e di laboratorio di indirizzo, che le istituzioni hanno condiviso perché riconoscono alla scuola un suo ruolo propositivo e competente nel ridisegnare il futuro di questi territori".