Non utilizzare invano la parola “Milano“. Il Comune ha messo nero su bianco un nuovo “comandamento“ per preservare il marchio della città, un nome che "oggi rappresenta un’eccellenza, simbolo di prestigio, valori e vitalità economica", si legge in una nota di Palazzo Marino. A questo scopo la Giunta ha approvato il Regolamento per l’autorizzazione alla registrazione di marchi di terzi contenenti la denominazione “Milano”, che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale.
Il Regolamento, composto da nove articoli, è stato concepito anche per garantire un’omogenea e accurata trattazione delle richieste di autorizzazione. Tra i principali punti trattati nel Regolamento, si evidenzia che la richiesta di autorizzazione per la registrazione di marchi contenenti il nome “Milano” da parte di terzi deve contenere motivazioni circa l’effettivo collegamento con il territorio e con i valori cittadini, l’idoneità a veicolare un’immagine positiva della città di Milano, nonché il possesso dei requisiti e la sussistenza delle condizioni previste nel regolamento. Inoltre vengono definite le disposizioni per la durata e il rinnovo dell’autorizzazione, con periodi decennali, le cause di onorabilità e di decadenza per il mantenimento dell’autorizzazione.
Il Comune di Milano è tra i primi a dotarsi di un regolamento che disciplina i requisiti necessari per ottenere l’autorizzazione da parte dell’amministrazione a registrare un marchio di terzi che riporta la dicitura “Milano“. Una necessità – sottolineano a Palazzo Marino – nata sulla scia di quanto già previsto dalla legge nazionale del 2019 (Legge 30/04/2019, n. 34) che impedisce la registrazione di marchi con all’interno nomi di Stati, enti pubblici, forze armate e forze dell’ordine da parte dell’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti se non su autorizzazione dell’ente citato. Per avere quindi una linea omogenea con criteri, condizioni prestabiliti, l’amministrazione ha lavorato su questo regolamento. L’autorizzazione decade, ad esempio, in caso di l’utilizzo improprio del nome “Milano“, o se il soggetto proprietario del marchio compie illeciti che potrebbero recare un danno di immagine alla città o ancora se perde i requisiti di onorabilità. Sono esclusi dall’autorizzazione prodotti e servizi che riguardano ad esempio i prodotti farmaceutici, superalcolici, tabacco, materiale pornografico, armi, gioco d’azzardo.
L’opposizione di centrodestra critica la decisione della Giunta. Il capogruppo di FI Alessandro De Chirico va all’attacco: "Il regolamento per la registrazione di marchi di terzi contenenti la denominazione Milano, l’ultima trovata dell’impalpabile Giunta milanese a trazione Pd, è demagogia allo stato puro, una follia degna della dittatura della Corea del Nord. Milano non è patrimonio di chi amministra la città, ma di tutti i milanesi che con il proprio intelletto, l’estro e la creatività contribuiscono quotidianamente a far emergere il nome di Milano nel mondo. Con quale diritto il Comune pensa di poter mettere un veto su un brand privato?".