L’ultimo segnale di Davide Piccinali, il 39enne bresciano specializzando in cardiochirurgia all’ospedale San Raffaele (che da tre anni abita in via Clitumno, zona parco Trotter), risale a venerdì mattina: alle 8.34 precise il suo cellulare agganciava la cella di Segrate. Quella mattina avrebbe dovuto essere di turno in ospedale, ma non si è mai presentato o non ci è mai arrivato.
É questo il nodo che la polizia sta cercando di sciogliere. Cosa è successo a Davide, una volta uscito di casa, diretto verso il confine Est di Milano, cioè nei pressi del luogo in cui si trova l’ospedale in cui lavorava? Da quel momento in poi il suo telefono risulta spento. "L’analisi tecnica – spiega il fratello Dario – racconta che il suo cellulare non è spento perché si è scaricato, è proprio stato spento meccanicamente". Gli ultimi a incontrare Davide sono stati i suoi colleghi di reparto, che lo hanno salutato giovedì sera poco dopo le 19. A casa, in via Clitumno, Davide è sicuramente rientrato: nell’appartamento è stata trovata una luce accesa, probabilmente lasciata così prima di riuscire di casa venerdi mattina.
Il fratello e la mamma di Davide si sono subito precipitati a Milano e, con la polizia, hanno forzato la porta del suo appartamento, pensando che si fosse sentito male. Invece era tutto in ordine. Di lui nessuna traccia. "Segnalazioni ne sono arrivate – aggiunge il fratello – Qualcuno lo avrebbe vsito la notte di venerdi su un tram, un altro a Treviglio. Ma le informazioni non si sono rivelate fondate. Speriamo in un allontanamento volontario, ma se anche così fosse non ne sappiamo il motivo. Non aveva problemi sul lavoro. E, pur essendo un ragazzo chiuso, a noi familiari è sembrato tranquillo e sereno come sempre".
Anna Giorgi