Come debutto non c’è male. Il ministro Carlo Nordio arriva domani a Palazzo di Giustizia per partecipare a un convegno sul tribunale dei brevetti, e per la prima volta incontrerà i vertici degli uffici giudiziari milanesi. Compreso Giuseppe Ondei, il presidente di quella Corte d’appello di cui fanno parte i tre giudici nei confronti dei quali il Guardasigilli ha voluto avviare un’azione disciplinare dopo la fuga dell’imprenditore russo Artem Uss.
Non troverà un’atmosfera propriamente rilassata, l’ex procuratore aggiunto veneziano oggi ministro. Non più tardi della scorsa settimana, nella stessa Aula magna del tribunale in cui domani prenderà la parola, un’affollata assemblea di magistrati milanesi di tutte le correnti sindacali ha duramente criticato la sua scelta di mettere sotto inchiesta disciplinare i tre giudici d’appello che decisero gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per l figlio dell’oligarca russo (ora in disgrazia) che era in attesa di estradizione negli Usa dove lo accusano di riciclaggio. Praticamente unanime, tra le toghe riunite in assemblea, era stata la condanna per come l’intervento di Nordio - entrando nel merito di una decisione della Corte d’appello - rapparesenti un grave rischio per l’autonomia decisionale dei giudici.
Il programma della visita del ministro in città, ancora in via di definizione, prevede comunque un suo intervento al convegno organizzato dall’ Ordine dei consulenti in proprietà industriale e da quello degli avvocati, insieme alla Corte d’appello, su “Il nuovo sistema del brevetto unitario: pronti a partire”. Milano, infatti, è stata scelta a livello europeo come terza sede del tribunale dei brevetti (dopo Parigi e Monaco di Baviera) al posto di Londra.
È evidente che già al tavolo dell’Aula magna, dunque, il minsitro della Giustizia potrerbbe incrociare il presidente della Corte d’appello messa sotto indagine disciplinare. Ondei, da parte sua, nel testo della relazione sulla vicenda Uss già spedito al Ministero non ha mancato di rilevare come - rispondendo ad una lettera con cui il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva evidenziato il rischio di fuga - furono proprio gli uffici del ministero a rassicurare gli States che la decisione più idonea era di esclusiva spettanza della Corte d’appello di Milano e che era stata comunque resa più sicura con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Non è ancora certo che, dopo il suo intervento al convegno sui brevetti, il Guardasigilli avrà il tempo per incontrare personalmente già domani i capi degli uffici giudiziari milanesi. Prima di sera però incontrerà di sicuro il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, con il quale discuterà di come dare piena attuazione negli affari di giustizia al trattato del Quirinale tra Francia e Italia.
Comunque sia, il ministro Nordio venerdì pranzerà in prefettura con i capi degli uffici giudiziari: oltre a Ondei, alla pg Francesca Nanni e al procuratore Marcello Viola, ci sarà anche il presidente del tribunale Fabio Roia, pure lui molto critico dopo l’intervento disciplinare voluto dal ministro. "Non si considera - ha detto nei giorni scorsi - la sofferenza del giudice quando deve assumere decisioni che a questo punto, se non risultano gradite ad un potere politico, possono essere oggetto di censura. È una deriva pericolosa".
Mario Consani