NICOLA PALMA
Cronaca

Il narcos e l’orafo insospettabile Statuette di Mdma in Australia: in manette il cognato di Di Novara

Blitz della Finanza a Malpensa: il trafficante Raffaele De Rosa bloccato alla partenza per Bangkok. È parente di un uomo legato alla ’ndrangheta di Lonate Pozzolo. Arrestato anche un complice milanese.

Il narcos e l’orafo insospettabile Statuette di Mdma in Australia: in manette il cognato di Di Novara

di Nicola Palma

"Io forse me ne vado in Thailandia...". "A vivere?". "Sì, sto là un annetto, intanto, poi vediamo". Raffaele De Rosa era pronto a espatriare, come fa chiaramente intendere questa conversazione intercettata alle 17 del 29 aprile scorso. I finanzieri ne hanno avuto la certezza quando hanno saputo che il quarantaseienne originario di Torre del Greco aveva acquistato in un’agenzia viaggi di Castronno un biglietto di sola andata per Bangkok, con partenza l’8 maggio dal terminal 1 di Malpensa e transfer già programmato il 6 giugno per Singapore. L’uomo è stato bloccato in aeroporto, poco prima di imbarcarsi: i militari delle Fiamme gialle di Varese, coordinati dal generale Crescenzio Sciaraffa, gli hanno notificato il provvedimento di fermo emesso dal pm Ciro Vittorio Caramore che lo accusa di traffico internazionale di droga, in particolare di decine di chili di metanfetamine nascoste in statuette che raffiguravano la divinità Buddha o animali di vario tipo.

Con lui è finito in cella, sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, pure un insospettabile orafo milanese, che, stando agli accertamenti investigativi, avrebbe messo a disposizione del corriere di ecstasy il suo laboratorio; lì il fiuto del "detective Jack", dell’unità cinofila della Finanza, ha scovato droga pressata e in polvere sugli scaffali, di fianco alle sostanze utilizzate per la lavorazione dell’oro. L’indagine è scattata a marzo, quando l’ufficiale di collegamento della dogana tedesca ha comunicato alla Guardia di Finanza di Gallarate che il 13 dicembre 2022 era stata intercettata allo scalo di Lipsia una spedizione di 3,1 chili di Mdma (stipati tra le lampade) proveniente dall’Italia e diretta in Australia. Mittente: una quarantatreenne di origine albanese, residente a Sumirago. Destinatario: una donna australiana residente in una cittadina a due passi da Melbourne. I militari sono risaliti al luogo esatto da cui era partito il pacco, un centro di smistamento di Sesto Calende, e da lì, attraverso l’analisi delle telecamere, al furgone che aveva trasportato le scatole con le lampade il 12 dicembre. Il mezzo era intestato alla moglie di Michele Di Novara, cinquantenne di Cirò Marina ritenuto vicino alla ’ndrina Rispoli di Lonate Pozzolo e condannato in secondo grado a 8 anni di reclusione per aver partecipato a una spedizione punitiva a Malta per pestare (insieme al fratello Giuseppe e al genero del boss Vincenzo, Giovanni Lillo) un imprenditore e costringerlo a versare tremila euro per prestazioni in nero nei suoi cantieri edili.

Della famiglia fa parte pure De Rosa, fratello della proprietaria del furgone e genero di Di Novara, che poi si è rivelato essere la stessa persona che ha consegnato le lampade agli addetti della società di spedizioni. Così i finanzieri hanno iniziato a monitorarne i movimenti, scoprendo via via gli altri pacchi inviati in giro per il mondo e sequestrando complessivamente circa 9 chili di Mdma: una statuetta spedita a Los Angeles il 29 marzo e sequestrata nell’aeroporto californiano; due statuette raffiguranti figure animali indirizzate in Australia il 12 aprile e intercettate all’ufficio postale di Legnano; tre statue di ceramica da 2,9 chili piene di ecstasy spedite da un uomo di Jerago con Orago il 27 aprile verso l’Australia e sequestrata in un gateway di Lonate Pozzolo. Poi ci sono altre operazioni, ricostruite a ritroso, che avrebbero distribuito in varie località del continente oceanico altri 55 chili di stupefacente, sempre con le stesse modalità.