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Cronaca

Il no della docente del Politecnico: "Consumo di suolo senza utilità pubblica. A rischio anche 17 ettari di Parco Sud"

Azzellino insegna Valutazione di impatto ambientale: "L’area scelta è ad alta pericolosità idraulica quindi non è opportuno costruire. E il progetto che ha ipotizzato il club rossonero è fuori scala" .

Il no della docente del Politecnico: "Consumo di suolo senza utilità pubblica. A rischio anche 17 ettari di Parco Sud"

Arianna Azzellino è docente di Valutazione di impatto ambientale al Politecnico di Milano, vive a San Donato e fa parte del comitato che si oppone alla costruzione dello stadio del Milan nell’area San Francesco.

Azzellino, perché contesta il progetto del club rossonero?

"Per più motivi: è un progetto che consuma suolo in un’area in cui ci si è ripromessi di diminuire il consumo di suolo, è un progetto che comporta la realizzazione di parcheggi e altri servizi in una parte del Parco Agricolo Sud senza considerare, tra l’altro, che si tratta di un’area ad alta pericolosità idraulica. Ancora, è un progetto che, contrariamente a quanto si dice, non ha un’utilità pubblica e, infine, tutto considerato, è fuori scala".

L’area considerata dal Milan è di 47 ettari, 17 dei quali nel Parco Agricolo Sud.

"E, stando al progetto, si prevede che in quei 17 ettari ci siano i parcheggi per i tifosi e un non meglio definito parco attrezzato. Se uniamo il progetto del Milan a quello dell’Inter, localizzato a Rozzano, ci troviamo di fronte ad un eclatante consumo di suolo nella cintura metropolitana milanese, dove da tempo si è posta l’esigenza, e ci si è posti l’obiettivo, di una sensibile riduzione del consumo di suolo. Sottolineo, poi, che l’area del Parco Agricolo Sud coinvolta dal progetto del Milan è catalogata, secondo il regolamento regionale sull’invarianza idraulica, come area ad alta pericolosità idraulica: questo significa che, a maggior ragione, non è opportuno costruirvi alcunché. In caso contrario, si ridurrà ulteriormente la capacità del suolo di assorbire l’acqua piovana, con tutte le conseguenze che abbiamo visto in questi mesi, purtroppo".

Lo stadio di una squadra nota in tutto il mondo come il Milan avrebbe il pregio di creare un indotto a San Donato e attrarre servizi. Questo non conta?

"Non è così. Lo stadio farà guadagnare il Milan e stop. Porterà solo 200 posti di lavoro: pochi rispetto all’impatto sul territorio. Senza contare che questa storia degli attrattori a San Donato è vecchia. Qui negli anni si sono insediati l’Eni, il Policlinico San Donato, centri commerciali: tutti potenziali attrattori di servizi che, però, non sono arrivati o non sono arrivati nella misura auspicata. Uno stadio in quell’area è un progetto fuori scala da più punti di vista, dalla gestione della viabilità fino a quella dell’ordine pubblico".

Il Milan conta di inaugurare lo stadio nel 2028.

"Credo ci sia troppo ottimismo, considerata la complessità dell’iter autorizzativo".