Un bando per reclutare famiglie e cittadini disponibili ad assumersi, a titolo volontario, la tutela di minori stranieri non accompagnati. A lanciarlo è l’Ufficio del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Obiettivo: raccogliere 400 adesioni, un numero che consentirebbe quasi di raddoppiare i tutori di minori stranieri non accompagnati attualmente presenti in Lombardia. Nei due anni appena trascorsi, infatti, sono state 519 le domande di candidature di tutori volontari accolte dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, "un risultato importante", si legge nella nota diffusa dallo stesso Ufficio, ma non ancora sufficiente a garantire un’adeguata copertura dei bisogni. Da qui l’obiettivo dei 400.
"Ogni tutore – spiega il Garante – può avere un massimo di tre minori affidati e, pertanto, a fronte di 560 tutori ad oggi attivi in Regione Lombardia iscritti all’Albo dei Tribunali per i minorenni di Milano e Brescia e di una presenza media che oscilla attorno ai 3mila minorenni stranieri senza famiglia, l’obiettivo cui tendere resta quello di avere almeno mille tutori distribuiti su tutto il territorio regionale". La Lombardia continua ad essere la seconda regione d’Italia per numero di minori migranti: "Al 31 gennaio 2024 si registravano nella nostra regione 2.729 minori migranti su un totale di 21.991 sul territorio italiano" fa sapere il Garante. Una percentuale pari al 12,4% del totale. Di questi "il 21,8% è di genere femminile e il 78,2% maschile, a differenza del dato nazionale ove le femmine sono soltanto l’11,8%". Si tratta perlopiù di adolesecenti, come ovvio: "Il 70% dei minori migranti in Lombardia ha fra i 15 e i 17 anni, il 25% fra i 7 e i 14 anni, il 5% ha meno di 6 anni". Quanto alla provenienza, "al di là di una ancora importante presenza di minori ucraini, la maggior parte di essi provengono da Egitto e Tunisia".
"Essere tutori significa essere il punto di riferimento legale, umano e personale per una persona minorenne che, venutasi a trovare nel nostro Paese senza adulti di riferimento, collocata in una comunità, inserita in un sistema di formazione, tutela e avviamento al lavoro, ha bisogno di avere qualcuno che ci sia, che la accompagni nella vita – sottolinea Riccardo Bettiga, Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza –. Chi ha la tutela formale di un minore e mette a disposizione il proprio tempo per questi ragazzi, al di là degli adempimenti tecnici e burocratici, può scegliere di fare la differenza nella loro vita e nell’inserimento che possono avere nella nostra società. Un adulto presente, anche da un punto di vista relazionale, protegge i ragazzi dalle reti sociali negative e dalla criminalità, aumenta l’adesione ai percorsi che vengono offerti dal sistema di protezione, migliora la qualità e l’esperienza dell’accoglienza".