"Abbiamo 123 progetti attivi con 40 Paesi africani". Parte da una loro mappatura il “Piano Africa“ dell’università Cattolica di Milano, presentato all’inaugurazione dell’anno accademico dalla rettrice Elena Beccalli: "L’aspirazione – spiega – è diventare l’Università europea con la più rilevante presenza in Africa, attraverso partnership con atenei e istituzioni locali, nell’ottica di un arricchimento vicendevole". Sarà il "primo banco di prova", "al cuore delle progettualità educative, di ricerca e di terza missione". "L’obiettivo è ampliare i percorsi per la formazione dei giovani africani in loco e nel nostro Paese e diventare polo educativo per i giovani di seconda generazione che vivono in Europa, spesso ai margini, pur rappresentando una parte rilevante del nostro futuro", ricorda Beccalli. Si partirà proprio da loro, con borse di studio. "In collaborazione con i corpi intermedi del territorio troveremo giovani motivati a intraprendere un percorso universitario così da offrire opportunità e percorsi di qualità anche laddove le risorse economiche non fossero sufficienti", spiega la rettrice, sottolineando che Milano "ha nell’inclusione un tratto caratteristico da sempre" e che oggi si avverte "il bisogno di una linea di intervento nuova". Si comincerà subito, lavorando in collaborazione con le istituzioni, con Comune e Prefettura, "per essere più incisivi". A ricordare la forza dell’educazione è il Premio Nobel Leymah Gbowee (in foto): "Sono convinta che l’educazione sia un’assicurazione sulla vita e l’istruzione un investimento a 360 gradi. Non si studia solo per arricchirsi, ma per trasformare se stessi e il mondo, per dare dignità alle persone". "È importante lo scambio tra l’Università Cattolica e l’Africa – conclude – per il confronto intellettuale, la ricerca e il riconoscimento dei doni e dei talenti reciproci". Si.Ba.
Cronaca"Il nostro Piano Africa, cuore dei progetti". E borse di studio per le seconde generazioni