Era stato inaugurato lo scorso 18 aprile il nuovo sottopasso ciclopedonale di via Oroboni, nel quartiere Bruzzano, periferia nord della città, un sottopasso che passa sotto la linea ferroviaria Bovisa-Seveso. La nuova opera concludeva i lavori infrastrutturali per la realizzazione del terzo binario tra le stazioni di Milano Affori e Cormano-Cusano. A maggio, poi, sono terminati i lavori di rifinitura della viabilità locale interessata dalla realizzazione del nuovo sottopasso.
Cinque mesi dopo il taglio del nastro, però, nel nuovo sottopasso regna già il degrado. A denunciarlo sono i residenti del quartiere che, con un post sulla pagina Facebook “Sei di Bruzzano se...“, vanno all’attacco: "Quattro anni di disagi per avere un sottopasso che in soli cinque mesi sta accumulando una serie incredibile di problemi". Il post elenca quattro problemi. Primo: "Gli ascensori sono quasi sempre guasti. Uno è fermo da più di tre mesi". Secondo: "Per gli allagamenti a causa dei temporali i gradini diventano scivolosi". Terzo: "Mancata pulizia e, anche a causa dell’inciviltà di alcuni, il risultato è sotto gli occhi di tutti". Quarto: "Ci si è messo pure un automezzo che a causa della strada stretta (perché poi è così stretta?) ha già rotto un pezzo di manufatto".
Il post si conclude con un mesto "e tralascio i graffiti". Sì, perché il nuovo sottopasso è già deturpato da scritte e tag che lo fanno apparire abbandonato da mesi, non appena realizzato. Eppure per costruire il sottopasso di via Oroboni e realizzare il terzo binario la Regione ha speso 32 milioni di euro. Opere messe in campo da Palazzo Lombardia "per efficientare i collegamenti tra Bovisa e Seveso, con impatti positivi su una porzione considerevole e strategica dell’infrastruttura ferroviaria lombarda".
Dal canto suo, il Comune sottolineava che "il sottopasso pedonale di via Oroboni permette di non fare lunghe attese al passaggio a livello ai cittadini che devono passare da una parte all’altra del quartiere. Ci sono le scale, le rampe e soprattutto due ascensori in vetro e ampi". Certo, peccato che il degrado ci abbia messo poco, pochissimo, a prendere il sopravvento.