
di Francesco Pellegatta
Due studenti positivi al Sars-cov2 e le rispettive classi finiscono in isolamento preventivo, in attesa del tampone. E i loro insegnanti? Rimangono a scuola e continuano a fare lezione. La decisione, presa la scorsa settimana nell’istituto Erasmo da Rotterdam, con il passare dei giorni non ha mancato di sollevare qualche polemica. In diversi si sono infatti domandati se il provvedimento tuteli a sufficienza i docenti in questione e il resto delle persone che frequentano la scuola. Parliamo di insegnanti che hanno passato del tempo nella medesima stanza con i due fratelli poi risultati positivi. Eppure per loro non è scattata la quarantena.
Interpellati sulla questione, sia l’Amministrazione comunale di sia l’istituto comprensivo hanno però voluto fare qualche puntualizzazione. Prima fra tutte, il provvedimento per tenere al lavoro gli insegnanti è stato preso dall’Ats Milano e cioè dall’autorità sanitaria. "Dopo aver valutato la situazione si è scelto di non isolare i docenti che hanno fatto lezione nelle due classi dove sono stati rilevati dei positivi - ha spiegato il dirigente scolastico dell’Erasmo da Rotterdam, Luciano Giorgi -. Gli elementi che hanno portato a questa decisione sono diversi: la postazione dei docenti si trova a più di due metri dagli alunni, quindi oltre la distanza di sicurezza; inoltre i ragazzi delle medie entrano a scuola e si muovono solo con le mascherine e solo dopo aver sanificato le mani, mentre i locali vengono arieggiati periodicamente". "Dal punto di vista di Ats, dunque, gli insegnanti non figurano come “contatti stretti” dei due ragazzi contagiati, ma come “contatti di contatti” - aggiunge Giorgi -. Voglio inoltre precisare che ai docenti viene misurata la temperatura ogni giorno all’ingresso, quindi sono costantemente monitorati".
Mentre si discute, i quaranta studenti in isolamento continuano con la didattica a distanza in attesa dei tamponi, che verranno eseguiti nei prossimi giorni. In questa fase il tema degli insegnanti risulta delicato, non solo a livello locale: "Vorrei sottolineare il problema delle cattedre scoperte - aggiunge Giorgi –. La situazione è disastrosa. Nel nostro istituto comprensivo (quindi parliamo dei plessi di Cisliano e Albairate, ndr) mancano circa trenta docenti: una dozzina per il sostegno, altri dieci alla primaria, cinque o sei alla secondaria e lo stesso numero nella scuola dell’infanzia. Questo perché non possiamo ancora accedere alle nuove graduatorie. Nella secondaria abbiamo ridotto l’orario, facendo lezione solo dalle 8 alle 12, mentre all’infanzia due sezioni dei piccoli non sono ancora partite".