GIULIA BONEZZI
Cronaca

Milano, il Pio Albergo Trivulzio costa 110mila euro al dì: "Regione aumenti le tariffe"

Il Comune attacca: "C’è una legge del 2001, la quota sanitaria salga al 50%". Tronca propone a Palazzo Marino più letti: "Serve chiarezza su chi dà cosa"

Il Pat costa 110mila euro al dì: "Regione aumenti le tariffe"

Il Pio Albergo Trivulzio, la casa di riposo più grande nel territorio milanese

Milano – Costa più di 110 mila euro al giorno il Pio Albergo Trivulzio, tra "personale, farmaci, gestione. Se vogliamo garantirne la vita devono entrarne di più", scandisce il commissario Francesco Paolo Tronca davanti a una commissione tricongiunta (Bilancio, Welfare e Partecipate) dalla quale l’argomento del debito milionario della Baggina, e del fondo immobiliare con Invimit immaginato da Tronca per ridurlo, era bandito. L’oggetto era invece la possibilità d’incrementare la quota sociale, che è a carico del Comune solo per gli indigenti, e con l’ultima convenzione sottoscritta a gennaio non solo col Pat ma con tutte le Rsa "è stata aumentata: 68,17 euro al giorno per le persone con Alzheimer, 68 per i non autosufficienti totali e 65,8 per i parziali", dettaglia l’assessore al Welfare Lamberto Bertolè.

E se sull’altro fronte delle comunità per minori ( il Comune ne ha in carico "oltre 1.500, di cui 28 in quelle del PaT") annuncia per metà 2025 un ulteriore adeguamento "abbastanza significativo" sul fronte anziani si limita a rinnovare la disponibilità a "valutare una retta differente per casi specifici" ma non a ritoccare al rialzo una convenzione che dovrebbe poi valere "per tutti i 1.350" indigenti di cui il Comune sostiene la quota “alberghiera” in Rsa. Solo poco più di 90 sono alla Baggina, per una spesa di "3,575 milioni di euro nel 2023, in aumento dai 3,536 del ’22, a fronte di un fatturato del Pat da rette sceso da 54 a 51 milioni". Ma Palazzo Marino risponde picche alla richiesta avanzata timidamente dai tecnici della Baggina di colmare "magari in parte" quel gap del 23% tra le sue rette e gli oltre 82 euro spesi ogni giorno dalle famiglie dei non indigenti, almeno finché le tariffe non verranno "bilanciate al 50% tra parte sociale e spesa sanitaria, come chiede un Dpcm del 2001 totalmente inattuato dalla Regione".

La quota sanitaria, che spetta alle Regioni anche per la stragrande maggioranza di ospiti di Rsa che pagano la retta, ammonta ora "a 62 euro nei nuclei Alzheimer, 58 per le classi 1 e 2, 47 per le classi da 3 a 6 e 36,90 per 7 e 8", sottolinea Bertolè spalleggiato dai consiglieri di maggioranza e dal capo dell’opposizione al Pirellone Pierfrancesco Majorino. Del resto, se il centrosinistra butta la palla nella tribuna della Regione a trazione centrodestra, viceversa la commissione comunale originava da una mozione di FdI per chieder conto del contributo del Comune a fronte dello "sforzo di decine di milioni di euro" di Palazzo Lombardia che, dopo aver sostenuto le Rsa e soprattutto le Asp pagando budget annuali interi (cioè anche per letti rimasti vuoti) durante l’emergenza pandemica, al Pat sta investendo per potenziare le cure intermedie (interamente a carico del servizio sanitario) cui ormai appartengono 518 dei 943 letti accreditati, contro 425 di Rsa di cui 300 ordinari e 125 Alzheimer, spiega Tronca. Prontissimo a bussare in Regione sulla questione del 50% ("Sta per iniziare un anno nuovo e dobbiamo avere chiarezza su chi dà cosa"), ma pure a proporre al Comune, che col Trivulzio ha una convenzione "fino a 260" posti, di "aumentare" quelli occupati, al momento "quasi un terzo" dei 300 di Rsa.