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Il pedagogista: "Un prezioso gioco di squadra"

Daniele Novara: "Il padre non si sostituisce alla madre ma si fa carico della sua parte di responsabilità".

Il pedagogista: "Un prezioso gioco di squadra"

Il pedagogista: "Un prezioso gioco di squadra"

di Marianna Vazzana

"Una buona notizia, il fatto che sempre più padri utilizzino il “congedo di paternità“ che spetta per legge. Questa norma consente ai padri di esercitare la loro funzione di presenza e di sostegno dopo il parto ed è fondamentale. Anzi, ci vorrebbero più di 10 giorni: almeno tre mesi secondo me. Fermo restando che il papà non si sostituisce alla mamma (guai se fosse così) ma ssume il suo ruolo prezioso di padre nella cura dei figli". Lo spiega Daniele Novara, pedagogista e fondatore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti.

E qual è questo ruolo?

"Iniziamo pensando questo: una volta i bambini nascevano in una comunità allargata, con nonne, zie, una serie di persone fidate che non lasciavano mai sola la mamma nella cura dei bambini piccoli, anche per scongiurare la depressione post partum. Oggi la nostra società è individualista e i genitori non possono più contare su una comunità sempre presente. Il fatto che sempre più padri utilizzino il congedo significa che si sentono responsabili, che si assumono un carico di responsabilità da non delegare ad altri. E questo è molto importante perché significa che qualcosa rispetto al passato sta cambiando. Che il papà e la mamma, insieme, fanno gioco di squadra. Perché, è bene ricordarlo, nel primo anno di vita l’attaccamento primario è con la mamma. Il primo anno di vita è una sorta di prolungamento della gestazione. Il papà quindi non si sostituisce alla mamma ma sostiene la funzione materna. Padre e madre restano ben distinti ma non deve mancare la sinergia".

Nella pratica, in cosa consiste la cura maschile?

"Nell’accudimento che comprende il cambio di pannolino o il bagnetto ma anche far addormentare il neonato che spesso non distingue il giorno dalla notte. Se la mamma ha bisogno di dormire, è il papà che prende il piccolo e se ne occupa, magari portandolo fuori e camminando per fargli prendere sonno, perché il movimento della passeggiata ricorda la vita intrauterina. Sono momenti speciali, quelli che il padre passa con i suoi bambini fin da piccolissimi e che continuano anche dopo. Il papà si occupa anche della gestione della casa".

Un cambiamento faticoso, nelle abitudini delle famiglie?

"Un passaggio che sta già avvenendo, dimostrato appunto dalla crescita dei padri che utilizzano il congedo di paternità. Ma c’è ancora da fare, al di là dei 10 giorni garantiti".