NICOLA PALMA
Cronaca

Il piano per la sicurezza. Partono le stazioni mobili: prima tappa in via Padova

Piantedosi: segno tangibile della riappropriazione del territorio 24 ore su 24. Finanziamenti per la videosorveglianza negli ospedali e nelle zone di spaccio.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ieri nel vertice in Prefettura

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ieri nel vertice in Prefettura

Più divise sul territorio, postazioni fisse in alcuni quartieri particolarmente problematici e fondi per incrementare il numero di telecamere in città. Sono i tre punti fermi del piano per aumentare il livello di sicurezza in città, concordati ieri pomeriggio nella riunione a Palazzo Diotti presieduta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. L’obiettivo è chiaro: incidere in maniera significativa anche sulla percezione dei cittadini, che sempre più spesso prescinde dai dati statistici sul calo tendenziale dei reati e che viene giocoforza influenzata dai reati di strada come rapine, scippi e spaccio di droga.

Al tavolo di corso Monforte – al quale erano presenti il prefetto Claudio Sgaraglia, il capo della polizia Vittorio Pisani, il sindaco Giuseppe Sala, il procuratore capo Marcello Viola e i vertici di Questura e Comandi di Arma, Finanza e polizia locale – Piantedosi ha tracciato innanzitutto un bilancio delle "zone rosse", varate a fine 2024: dall’entrata in vigore, sono state controllate più di 85mila persone, di cui 952 allontanate; sono in corso valutazioni sulla proroga del provvedimento e sull’eventuale estensione ad altre aree della metropoli.

La novità di giornata riguarda l’introduzione dei "moduli territoriali sul modello delle stazioni mobili": la sperimentazione, che vedrà coinvolti poliziotti e carabinieri, partirà nei prossimi giorni da via Padova e dintorni. "Sarà un modo – ha spiegato il titolare del Viminale – per dare anche il segno tangibile della riappropriazione del territorio da parte delle forze di polizia: saremo presenti lì con un presidio fisso intorno al quale ruoteranno anche le volanti che faranno il controllo del territorio su quei quadranti. Saranno a disposizione della cittadinanza per ogni riferimento e anche per il pronto intervento. Sperimentiamo questo modulo, che potrà essere successivamente esteso su un altri quadranti critici". Quali? La mappa esiste già e coinvolge le aree ritenute più a rischio: "I presìdi partiranno in via sperimentale, ma saranno stabili: se funzioneranno, come crediamo, decideremo estensione e stabilizzazione dell’iniziativa. Le zone ci sono, ma partiamo da via Padova, tra le maggiormente meritevoli di attenzione".

L’altro tema riguarda il potenziamento degli impianti di videosorveglianza, che, solo per citare gli ultimi due esempi di via Pasolini e viale Romagna, si confermano sempre più determinanti per individuare gli autori di reati in tempi rapidi: "Siamo in procinto di sostenere la Regione Lombardia, e quindi la Città metropolitana di Milano e la città, con qualche risorsa di alcuni milioni di euro che ci vengono da diversi canali di finanziamento". Anche in questo caso, Piantedosi ha individuato i luoghi da monitorare con più attenzione con strumenti tecnologici avanzati: "Presìdi sanitari, zone di spaccio non ancora coperte, penso al bosco di Rogoredo, e zone analoghe fuori dall’area metropolitana di Milano".

Dal canto suo, Sala, che ha rivendicato lo sforzo del Comune sul fronte delle assunzioni di ghisa (+300 al netto delle uscite), ha parlato di "buon incontro", pur sottolineando "che la tematica relativa ai reati predatori da strada è un problema". Il primo cittadino ha acceso ancora una volta i riflettori "sull’abbassamento dell’età di chi commette un crimine", parlando di "questione su cui dobbiamo porre grande attenzione". A tal proposito, a valle del Comitato, Piantedosi ha incontrato il collega di governo Giuseppe Valditara, titolare dell’Istruzione: "Abbiamo già avviato molti filoni di iniziative per cercare di coniugare interventi di contrasto ai fenomeni delinquenziali e nello stesso tempo azioni di riqualificazione, finalizzati a intercettare i fenomeni di devianza giovanile".