"Noi viviamo tutti i giorni la guerra. La guerra può essere anche con sé stessi". Alle spalle hanno vissuti diversi, pene scontate o ancora da scontare, c’è chi è condannato all’ergastolo: i vissuti, le lingue d’origine e gli sguardi di undici detenuti si intrecciano con quelli degli eroi e antieroi di Omero e con l’esperienza di attrici professioniste. Nel carcere di Bollate prendono vita l’Iliade e le Troiane. È “Il pianto degli eroi“, presentato in anteprima al Filmmaker Festival, accompagnato dai registi Bruno Bigoni e Francesca Lolli e da alcuni degli interpreti al Cinema Arlecchino dove, ad accoglierlo, c’era un microcosmo: famiglie, giovani, pensionati. Il film è stato realizzato dalla Iulm - con il suo IulMovie Lab - e col sostegno della Coop.Sociale Articolo3, della direzione del carcere, del Ministero di Grazia e Giustizia e di Altamarea Film.
"Si sono riunite le energie di persone che si mettono in discussione, attraverso il teatro, il cinema – spiega Giorgio Leggieri, direttore della Casa circondariale di Bollate –. Qui ci sono le persone, non i detenuti. Il teatro e il cinema sono una forma di espressione molto importante nel nostro istituto, al pari del lavoro: le persone si riscoprono, abbattono barriere ed emerge il potenziale umano. Vissuti e storie giudiziarie, non ci interessano: si devono mettere alla prova, se lo vogliono, e sta a noi, come collettività, sollevare un cambiamento nelle persone". Il film è in bianco e nero, tra i corridoi lunghissimi del carcere e nel cortile, con punte di rosso e il colore che si fa spazio solo alla fine, al ritorno alla realtà. "Abbiamo portato noi stessi e il nostro sapere tecnico e abbiamo ricevuto in cambio un’enorme umanità", sottolinea la regista, Francesca Lolli, accanto a Bruno Bigoni, che torna a Bollate dopo vent’anni: aveva girato lì il suo Riccardo III. "Per parlare di guerra senza retorica siamo andati in un luogo in cui ogni persona vive la propria lotta quotidiana – spiega –. Cosa c’è di più attuale dei testi di Omero e di Euripide per raccontarla oggi?". “Il pianto degli eroi“ inizia così il suo viaggio: si è al lavoro per diffonderlo nei circuiti culturali e per farlo arrivare alle scuole.
Simona Ballatore