Oltre 150mila lombardi colpiti dall’influenza solo nell’ultima settimana. A inquadrare la situazione è l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, al termine di una riunione con tutti i direttori generali delle strutture ospedaliere lombarde. A rilevare la sindrome influenzale sono stati "i medici “sentinella“ distribuiti sul territorio regionale – spiega Bertolaso –. Purtroppo, in questo periodo di festività, i numeri sono destinati a salire e ci aspettiamo il picco proprio nelle settimane fino al 6 gennaio. Per questo motivo e per arginare l’affollamento nei pronto soccorso a cui stiamo assistendo in questi giorni, abbiamo deciso di sospendere in via precauzionale i ricoveri dal domicilio alle strutture che effettuano terapie riabilitative".
Ovvero saranno "circa 7.000 posti letto che potranno essere dedicati a tutti quei pazienti ricoverati nei reparti di Medicina degli ospedali che non necessitano più di cure ospedaliere, ma che non possono ancora rientrare a casa, proprio perché hanno bisogno di riabilitazione. Liberando i letti in ospedale potremmo quindi velocizzare il ricovero in reparto dei pazienti che arrivano in pronto soccorso e limitare le lunghe attese".
"Voglio ringraziare il grande lavoro che tutti i medici di Emergenza e Urgenza, il personale infermieristico e tecnico stanno svolgendo in questo periodo", conclude Bertolaso che punta il dito sugli appelli alla vaccinazione caduti nel vuoto in queste settimane: "Certo se i cittadini avessero risposto ai nostri continui appelli alla vaccinazione, avremmo limitato al massimo questa situazione. Se pensiamo che nel giro di due settimane i casi di influenza sono passati da 70.000 a 150.000 e che circa il 70% di questi si reca nei pronto soccorso in assenza di filtro sul territorio, capiamo bene che l’immunità sul territorio sia insufficiente e che i virus trovino terreno fertile".
"La rete territoriale dei servizi sanitari in Lombardia deve essere totalmente ripensata – attacca il capogruppo del Pd in Consiglio regionale della Lombardia, Pierfrancesco Majorino –. Non è possibile che ogni volta che ci troviamo di fronte a un picco influenzale i pronto soccorso diventino inaccessibili a causa di un sovraffollamento esagerato. Evidentemente, se tante persone non riescono a gestire per tempo influenza e mali di stagione, c’è ancora un grosso problema a monte. Non si può, ogni anno, intervenire in emergenza e tagliare servizi per poterne offrire altri". Nel mirino sia il sovraffollamento dei pronto soccorso lombardi, sia la decisione di sospendere i ricoveri dal domicilio alle strutture che effettuano terapie riabilitative per liberare posti letto. "Chiediamoci, piuttosto, come mai la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di accessi impropri ai pronto soccorso – continua Majorino –. Evidentemente manca una vera rete di sanità territoriale (poliambulatori, studi medici associati, assistenza domiciliare) e dunque anche una seria attività di prevenzione. Solo per fare un esempio, la Lombardia è sotto la media nazionale per il numero di over 65 vaccinati contro l’influenza che nel 2022 sono stati addirittura meno rispetto all’inverno precedente. L’Organizzazione mondiale della sanità indica come soglia raccomandata il 75% e noi siamo ancora fermi al 56%". "Non ho mai pensato che il Covid ci potesse rendere migliori – chiude – ma che almeno migliorasse alcuni elementi sostanziali della sanità lombarda, sì. Purtroppo, mi sbagliavo".