di Giovanni Chiodini
Arrestato lo scorso anno, ai primi di marzo, con le accuse si corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, Giuliano Sarro (62 anni) l’ex primario di chirurgia generale dell’ospedale Fornaroli, specializzato in laparoscopia mini invasiva e chirurgia bariatrica, è stato condannato a 2 anni e 10 mesi. Lo ha deciso nella giornata di ieri il giudice Daniela Cardamone all’esito del giudizio abbreviato (che consente lo sconto di un terzo della pena) in cui ha accolto la richiesta di pena del pm Giovanni Polizzi. Sarro è stato anche condannato al pagamento di una provvisionale di 30 mila euro in favore dell’Asst Ovest Milanese, parte civile nel procedimento. Per lui il giudice ha anche disposto nei confronti del chirurgo l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Le motivazioni saranno rese note entro 30 giorni. Secondo l’accusa in cambio dell’assunzione, nel 2017, del figlio Alessandro alla Applied medical distribution, come territory manager associate, avrebbe assicurato un trattamento di favore alla multinazionale nella fornitura di ingenti quantitativi di prodotti chirurgici per il presidio del magentino a danno delle aziende concorrenti.
Il primario si sarebbe prodigato per presentare ai suoi colleghi il figlio, affinché vendesse loro i dispositivi. Inoltre avrebbe consentito che la figlia, psicologa, visitasse privatamente l’interno dell’ospedale di Magenta, ricevere il pagamento della prestazione, senza che questa fosse alle dipendenze dell’Asst. Nell’indagine che aveva portato Sarro agli arresti domiciliari erano stati indagati anche il figlio Alessandro, Davide Bonacina manager della multinazionale Applied e il dottor Umberto Rivolta, braccio destro di Sarro, membro della Commissione tecnica dell’Asst Ovest Milanese che avrebbe anche, secondo le investigazioni della Guardia di Finanza, contribuito ad occultare le inefficienze delle apparecchiature acquistate.
Durante il periodo degli arresti domiciliari, ad aprile, lo stesso ex primario aveva deciso di dimettersi da ogni incarico, interrompendo il suo contratto di lavoro con l’Asst Ovest Milanese "per raccogliere tutte le energie e le forze disponibili per organizzare la propria difesa". Conclusa l’attività investigativa Sarro veniva rimesso in libertà. Sarro è rimasto "disoccupato", solo pochi mesi. Dal 7 giugno dello scorso anno è difatti è il nuovo responsabile della Chirurgia generale all’Istituto clinico ad alta specialità San Gaudenzio di Novara. Nell’équipe multidisciplinare diretta da Sarro è stata inserita anche la figlia psicologa bariatrica.