Basiglio (Milano), 12 luglio 2024 – L’esordio criminale di Francesco Romeo risale al lontanissimo 8 luglio 1971, due giorni dopo il compimento del ventunesimo anno di età: ammanettato dalla polizia stradale per furto aggravato. Stesso copione il 6 settembre dello stesso anno: bloccato dai carabinieri della stazione Gratosoglio per il medesimo reato, poi diventato il marchio di fabbrica di famiglia (suo e del fratello Giuseppe) con predilezione per le auto (con contraffazione di telai e targhe). E così a seguire nei decenni successivi, guadagnandosi la fama (come da nota allegata a una proposta di misura di sicurezza datata 14 febbraio 1981) di "duro senza scrupoli" e partecipando anche a colpi milionari. A più di mezzo secolo di distanza dal primo arresto, ieri notte "Franco il Catanese" è tornato a San Vittore: ironia della sorte, pure stavolta come 53 anni fa, i militari lo hanno fermato a meno di una settimana dalla festa per il settantaquattresimo compleanno.
Carta d’identità criminale
Il pluripregiudicato, nativo del capoluogo etneo (lo dice il soprannome) e residente a Rozzano, è accusato di aver assassinato a colpi di pistola l’imprenditore edile Giuseppe Giuliano, ucciso a 64 anni la mattina del 25 febbraio 2019 con due proiettili calibro 7.65 al petto e alla testa davanti al cantiere di Borgo Vione a Basiglio (lo stesso complesso residenziale da cui evase il 22 marzo 2023 il magnate russo Artem Uss). Con lui è finito in cella pure il presunto complice, il sessantunenne Davide Milazzo alias "Cipolla", che, secondo le indagini, era alla guida della Renault Twingo rossa (rubata otto mesi prima in un box di Pieve Emanuele) utilizzata dai killer per pedinare il furgone di Giuliano. La repentina accelerazione dell’inchiesta, che ha ripreso linfa dopo una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e respinta a fine 2021 dal gip Carlo Ottone de Marchi dopo l’opposizione dei familiari di Giuliano, sarebbe stata innescata proprio dalle dichiarazioni che Milazzo avrebbe reso durante un interrogatorio andato in scena mercoledì sera. Stando a quanto accertato dagli investigatori dell’Arma di via Moscova, coordinati dall’aggiunto Laura Pedio e dai pm Silvia Bonardi e Rosaria Stagnaro e guidati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Marco D’Aleo, quella mattina Milazzo e Romeo avrebbero "agganciato" il Doblò bianco dell’imprenditore sin dal momento in cui si è mosso da Binasco, pedinandolo a distanza durante le soste in due bar e precedendone di pochi secondi l’arrivo a Borgo Vione.
Poi Milazzo avrebbe accostato per far scendere Romeo e per far sfilare un’Audi A3 (con un potenziale testimone oculare al volante), per poi fare inversione e passare a riprendere l’autore materiale a cose fatte. Nel frattempo, Romeo si sarebbe avvicinato al furgone e avrebbe esploso il primo colpo dall’esterno, mandando in frantumi il finestrino anteriore sinistro; poi avrebbe aperto lo sportello e avrebbe fatto fuoco ancora, non lasciando scampo a Giuliano. E il movente dell’agguato? Non è stato ancora chiarito, ma tutto lascia pensare che il sessantaquattrenne sia stato ucciso per questioni economiche, forse legate a pressanti richieste estorsive da parte di Romeo. Già, Romeo. Nel 1997, un collaboratore di giustizia lo inserì in una batteria di rapinatori in attività tra gli anni Ottanta e Novanta: tra loro ci sarebbe stato pure Vittorio Boiocchi, il capo della Curva Nord interista assassinato il 30 ottobre 2022 sotto casa in via Fratelli Zanzottera da due sicari.
Non è finita . Sì, perché "il Catanese" fu anche arrestato dagli agenti della Squadra mobile nel dicembre 2008 come componente della banda che dieci mesi prima aveva svaligiato Casa Damiani in corso Magenta, scavando un tunnel in un palazzo adiacente, legando i dipendenti e scappando con un bottino di gioielli per un valore complessivo di 16 milioni di euro. In quel caso, le indagini avevano ricostruito il ruolo decisivo di Romeo nel reperire i veicoli utilizzati dal gruppo di rapinatori per il colpo e per la fuga su un Doblò con targhe clonate. La specialità della casa.