ANNA GIORGI
Cronaca

Il progetto di Gaia con Candela: "Basta con fuorisaloni vetrina c’è voglia di ciò che sa di casa"

La interior designer e la sfida accettata: gli arredi di Kartell, i colori e i fiori come cifra stilistica "Il nostro viaggio tra futuro e fantasia: le mie abitazioni assomigliano alle persone che le abitano".

La interior designer e la sfida accettata: gli arredi di Kartell, i colori e i fiori come cifra stilistica "Il nostro viaggio tra futuro e fantasia: le mie abitazioni assomigliano alle persone che le abitano".

La interior designer e la sfida accettata: gli arredi di Kartell, i colori e i fiori come cifra stilistica "Il nostro viaggio tra futuro e fantasia: le mie abitazioni assomigliano alle persone che le abitano".

C’era una volta il "Bahama Mama", il primo beauty concept store milanese, colorato, alternativo, divenuto presto un luogo di sperimentazione estetica, un contenitore di bellezza e benessere che, con il tempo, ha prodotto altro. Bisogna cominciare da qui per capire la storia e la evoluzione di Gaia Venuti, interior design. Firenze, la città in cui è nata da mamma arredatrice e papà designer di scarpe e Milano la città in cui vive e lavora, assorbendone tutta l’energia.

Raccontaci un po’ di te, moda e design, da dove cominciamo? "Ho respirato creatività in casa fin da bambina, e dopo gli studi il mio percorso inizia, in realtà, dal mondo della moda. Il Bahama Mama, il punto di partenza, era il mio terreno di evoluzione, cambiava estetica ogni volta che mi girava qualcosa di nuovo per la testa".

L’interior arriva nel 2018, così, quasi per caso. "Candela Pelizza, una mia carissima amica mi aveva chiesto di aiutarla, di darle qualche idea di nuovi arredi per la sua casa. Aveva voglia di cambiamento. Lei parte per un viaggio in Lapponia e quando torna trova la casa completamente ridisegnata nell’estetica. Un colpo di fulmine, la casa è fotografatissima. Quello è stato il punto di svolta. Ne è seguita una e poi un’altra e ancora un’altra che ho arredato per le amiche. Alla fine, ho capito che quel mio piacere privato poteva diventare un lavoro".

Il colore come cifra stilistica. "Scelgo in base alla persona che ho davanti, per istinto. La casa deve assomigliare il più possibile ai proprietari, deve riflettere la loro personalità. Inizio il dialogo con un questionario che ho eleborato e che sottopongo ai committenti con i quali spesso divento anche amica. Quindi, prima definisco le palette di colori e poi si parte con tutto il resto, la disposizione di mobili, la definizione dei dettagli e non manca qualche oggetto vintage".

Il Fuorisalone negli ultimi anni ha “aperto le case private“ e si è trasformato in una “scuola di arredo“ da cui prendere spunti. Che ne pensi? "La gente è stanca di vetrine, ha voglia di cose che sanno di casa. É più facile prendere spunti, possiamo abbinare i vari pezzi come vogliamo, è come mescolare capi di abbigliamento. Prendi oggetti di design vedi come stanno in casa, li abbini, guardi come funzionano insieme negli spazi interni ed è tutto più reale".

Veniamo al tuo fuorisalone Gaia Candela e Kartell. "Anche in questo caso il progetto nasce dalla voglia di cambiare. Candela non stava più bene nella sua casa, perché è cambiate lei, l’appartamento non le calzava più bene, quindi l’ho ripensato come una “favola contemporanea“. È nato così il progetto di collaborazione con Kartell, l’obiettivo è stato quello di trasformare per l’occasione alcune stanze dell’ appartamento in cui vive e di immaginare spazi e ambienti che assomiglino di più alla sua attuale vita di super creativa e content creator. Così ho immaginato per lei un viaggio tra colori, futuro e fantasia".