SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il progetto-pilota a Quarto Oggiaro. Milano si ispira a Città del Messico. Nuovi spazi progettati con i giovani

Il piano del Politecnico che parte da un locale della parrocchia. All’orizzonte anche stanze per studenti

Il piano del Politecnico che parte da un locale della parrocchia. All’orizzonte anche stanze per studenti

Il piano del Politecnico che parte da un locale della parrocchia. All’orizzonte anche stanze per studenti

Guardando lontano si possono trovare spunti per creare nuovi spazi di socialità o per ridisegnare e far rivivere luoghi che non vengono utilizzati. E in questo Milano può ispirarsi anche a Città del Messico. È la sfida di un gruppo di ricercatori, architetti, urbanisti e sociologi del Politecnico di Milano, al lavoro con Rozana Montiel, architetta messicana di fama internazionale, attualmente vistiting professor nel Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico. Insieme agli universitari e ai ragazzi di Quarto Oggiaro trasformeranno uno spazio della parrocchia di Santa Lucia, rendendolo polifunzionale e “intergenerazionale“. Il progetto pilota entrerà nel vivo domani per chiudersi il 6 aprile e fa parte della “Terza missione“ dell’ateneo: oltre a ricerca e didattica, le università possono cooperare con il territorio e le istituzioni per ridurre le diseguaglianze. "L’obiettivo è fare incontrare gruppi diversi di cittadini, rendendo i giovani protagonisti", sottolinea la professoressa Paola Savoldi, che coordina il progetto con Franco Tagliabue.

Quarto Oggiaro e San Pablo Xalpa, a Città del Messico, sono lontanissimi nello spazio, ma hanno sfide comuni: "Quarto Oggiaro si trova in un ambito in cui il reddito medio è il più basso della città: 17mila euro quando la media cittadina è di 37mila, che diventa 90mila a Porta Romana – spiega Savoldi –. L’incidenza di Neet, giovani che non studiano né lavorano, è del 12%, contro l’8% della media milanese. E il 23% circa dei ragazzi abbandona prima di finire gli studi. Parallelamente ci sono sviluppi urbani importanti che potrebbero riequilibrare la popolazione: subito oltre i confini è nata una residenza studentesca, ma mancano ancora i rapporti col resto del quartiere e le infrastrutture ferroviarie e stradali non aiutano. Gli innesti nuovi rischiano di restare isolati". Ci sono situazioni di disagio ma anche nuove occasioni di integrazione e un tessuto da ricucire. Come a Città del Messico c’è un’alta quota di edilizia pubblica e ci sono più spazi liberi rispetto al centro. Entrambi i quartieri ripartono dal coinvolgimento dei giovani, soprattutto in situazioni di fragilità socio-economica ed educativa, per evitare anche che le attività illecite possano apparire le vie più semplici da percorrere.

Città del Messico offre uno sguardo diverso: "L’amministrazione comunale ha realizzato un importante programma improntato all’ascolto della comunità locale e alla realizzazione di spazi pubblici ad elevata valenza sociale e civile", spiegano dal Politecnico. Si chiama Pilares, vi ha preso parte Rozana Montiel, che è stata chiamata a Milano dal professore e progettista Franco Tagliabue. A Quarto Oggiaro Montiel è rimasta subito colpita dagli spazi della parrocchia e anche dall’interazione di gruppi di età e origini diverse, base importante da cui partire. È stato individuato insieme al parroco un primo ambito di intervento: oggi ci sarà una tavola rotonda al Politecnico e da domani partirà un workshop per co-progettare e allestire il piano terra. "L’idea è creare una nuova “quinta“, con materiali semplici – spiega Savoldi –, un allestimento temporaneo che potrà diventare stabile se piacerà al quartiere. Sarà utilizzato materiale di recupero". La parrocchia aveva lamentato la difficoltà di mantenere spazi grandi: "Si sta studiando il modo di farli vivere di più e, in prospettiva, si sta ragionando anche su un altro piano, per creare piccole residenze per studenti". Altro tema caldo. "L’obiettivo è che a Quarto Oggiaro nasca un progetto pilota, esportabile su scala cittadina. Come a Città del Messico".