NICOLA PALMA e MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Ladro ucciso a Milano, il quartiere sotto choc: “Era l’ennesimo assalto”. Sui social l’odio verso Eros di Ronza

I clienti: “Quella saracinesca accartocciata di nuovo ha esasperato i gestori”. Il ritratto della vittima: una vita divisa tra furti, droga e momenti da papà.

Milano –  "Vedete quella saracinesca accartocciata? Non mi ricordo nemmeno più quante volte se la sono ritrovata così: i titolari cinesi non ne potevano più dei furti. Io penso siano arrivati all’esasperazione". A parlare è un anziano che vive in viale Da Cermenate da 52 anni. Scuote la testa, di fronte al locale violato da banditi ieri all’alba. Cercavano di portarsi via i gratta e vinci e uno ci ha rimesso la vita, ucciso a colpi di forbici. Il quartiere fa scudo attorno ai gestori dell’attività.

Il quartiere sotto choc: "Era l’ennesimo assalto". Sui social l’odio per il ladro
Eros Di Ronza: una vita divisa tra furti, droga e momenti da papà
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"Una volta, dei ladri hanno portato via la cassa. Un’altra i soldi delle macchinette. I gratta e vinci, poi, non ne parliamo. Ho visto alternarsi sei proprietà – evidenzia Remo, di 70 anni – e i cinesi sono qui da una ventina d’anni. Delle brave persone, lavoratori, che aprono il bar alle 6.30 e vanno avanti fino a notte. Il trentenne si è avventato sul ladro? Non ci avrei scommesso: lo vedo sempre pacifico". Lo sottolinea anche un ventiduenne, residente nello stesso palazzo del locale, che racconta di essere sceso in strada appena ha sentito i tonfi e le urla: "Ho visto quell’uomo a terra, steso in una pozza di sangue".

Nel primo fotogramma, l'arrivo del proprietario armato che sorprende il "palo", complice di Eros Di Ronza. Nel secondo si vedono le gambe di Di Ronza mentre cerca di uscire dal bar. Nel terzo fotogramma, i primi colpi inferti dal proprietario
Nel primo fotogramma, l'arrivo del proprietario armato che sorprende il "palo", complice di Eros Di Ronza. Nel secondo si vedono le gambe di Di Ronza mentre cerca di uscire dal bar. Nel terzo fotogramma, i primi colpi inferti dal proprietario

“Quell’uomo“ è Eros Di Ronza, di 37 anni. Un curriculum criminale gonfio di precedenti per reati contro il patrimonio e di segnalazioni per il possesso di droga. Lo scorso settembre era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale ed era scattato l’obbligo di presentarsi periodicamente davanti alla polizia giudiziaria. Pochi giorni fa, il 3 ottobre, era stato indagato per possesso di armi. Prima c’era stata la condanna a otto mesi, scontata in affido ai servizi sociali, per un tentativo di rapina ai danni di un negozio di abbigliamento di Solaro, commesso il 15 maggio 2017. Ancora: nel 2009 era stato accusato di furto e ancora prima, nel 2004, indagato per ricettazione.

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Negli ultimi anni, a partire dal 2020, era finito nei guai altre volte: evaso dagli arresti domiciliari, era stato arrestato – ma poi assolto – per il furto di una borsa da donna del valore di 100 euro, commesso a Cogliate, dove aveva vissuto per qualche anno con la famiglia e dove spesso tornava ancora, prima di spostarsi nel quartiere delle case popolari di via Millelire, a un passo da via Novara e a ridosso del quartiere di San Siro. Una vita ai margini, divisa tra le case popolari della sua zona e quelle di via Gola, covo di spaccio e teatro di occupazioni, cadenzata dai problemi di tossicodipendenza, e i momenti da papà mostrati anche sui social: su Facebook, le immagini con i suoi tre bambini (residenti in Brianza con la madre). Sempre sui suoi profili spiccano pure le foto con i tatuaggi in bella vista, che gli coprono braccia, collo e volto.

Sul sopracciglio destro, la scritta “Odio”. Lo stesso che adesso si riversa su di lui, per mano di decine di persone che sui social lo attaccano e difendono i gestori dell’attività presa di mira, arrestati con l’accusa di omicidio. "Conseguenza delle sue scelte", "il rischio del mestiere", sono due dei commenti, insieme a "sta bene dov’è", "lo inseriranno nella lista dei morti sul lavoro" e "una fedina penale lunga un chilometro". "Voglio vedere se ti rapinano più volte, se alla fine non sbrocchi". Compare anche l’hashtag #iostoconilnegoziante.

Per contro, non mancano le frasi di amici che piangono la sua perdita. "Anche se ha sbagliato è pur sempre un uomo, e ho voluto dedicargli una frase di “saluto”. Buttargli mer... addosso non serve a niente", commenta Arianna, che racconta di aver conosciuto Di Ronza da adolescente. "Non sei mai stato uno stinco di santo – scrive rivolgendosi a lui – ma sapevi come farmi tanto ridere e farmi sentire bellissima".