ANDREA GIANNI
Cronaca

Il rabbino di Milano: "Il Papa e il genocidio? Serve più equilibrio"

Alfonso Arbib in occasione del Giorno della Memoria: invito tutti a usare le parole con moderazione

Il rabbino di Milano, Alfonso Arbib

Il rabbino di Milano, Alfonso Arbib

"La situazione è preoccupante e non va sottovalutata: ci troviamo di fronte a una caduta progressiva dei freni inibitori e, soprattutto sui social, sembra che tutto sia permesso". Il rabbino capo di Milano, Rav Alfonso Arbib, invita a "moderare in primo luogo l’uso delle parole", di fronte a un allarmante "aumento delle espressioni di antisemitismo e antigiudaismo".

In Sinagoga per il Giorno della Memoria, ieri Arbib ha definito "sbagliati" alcuni interventi di papa Francesco su Gaza, a partire dall’interrogativo sull’indagine per genocidio, e sottolineato "un problema di empatia" dei vertici della Chiesa "verso Israele e verso gli ostaggi". Aggiungendo: "Mi aspettavo una ribellione morale".

Come reagire all’antisemitismo? "La consapevolezza è il primo elemento: bisogna prendere atto del clima di odio. Tutti devono rendersi conto che le parole sono pericolose. Invito quindi a fare un esercizio di moderazione. Poi servirebbe un’azione educativa. Questo è già stato fatto ampiamente nel corso degli anni, non solo nelle scuole. Ma se non ha funzionato significa che abbiamo fallito e bisogna correggere il tiro. Ognuno ha il diritto di esprimere le sue opinioni e di dissentire sulle scelte del governo di Israele. Il problema è che le opinioni vengono usate da alcuni per alimentare un antisemitismo che sta crescendo".

Quando invita a un uso moderato delle parole si riferisce anche agli ultimi interventi del Papa su Gaza e sull’uso del termine “genocidio“? "Tutti noi dovremmo fare un esercizio di moderazione ed equilibrio. Purtroppo l’antisemitismo ha una lunga storia alle spalle. Un intellettuale russo, nell’800, diceva che è come una malattia ereditaria che resta latente fino a quando in determinate epoche storiche – al di là della tragedia immane durante il nazismo – ritorna".

Il Giorno della Memoria, secondo lei, andrebbe ripensato? "Credo che questa giornata, introdotta con le migliori intenzioni, vada ripensata. Qualcosa evidentemente non va, e bisogna provare a riflettere piuttosto che ripetere slogan. Non possiamo più permetterci la retorica: dobbiamo prendere atto che nonostante tutta l’opera educativa che è stata fatta e si sta facendo l’antisemitismo aumenta. Il fatto che Liliana Segre venga insultata, ad esempio, è allucinante e va oltre ogni immaginazione".

La comunità ebraica milanese ha deciso di non partecipare all’incontro con gli studenti organizzato dall’Anpi in occasione del Giorno della Memoria. Si riuscirà a ricomporre la frattura con l’associazione dei partigiani? "L’Anpi ha assunto ultimamente posizioni problematiche sul conflitto in Medio Oriente, che hanno portato anche alle dimissioni del presidente Roberto Cenati. Credo che l’Anpi debba fare una riflessione e assumere posizioni più equilibrate perché, ribadisco, le parole hanno un peso".