SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il rapporto sulle nuove povertà . Più madri sole bussano alla Caritas. E anche i lavoratori fanno fatica

Gli stipendi non bastano: l’80,9% degli utenti con occupazione denunciano problemi di reddito. Famiglie con minori a rischio. L’impatto dei nuovi flussi migratori dal Perù. "Aumentano le disuguaglianze".

Il rapporto sulle nuove povertà . Più madri sole bussano alla Caritas. E anche i lavoratori fanno fatica

Sono stati coinvolti nella rilevazione 168 centri di ascolto della Caritas che hanno censito 17.238 utenti

Tra le persone che hanno chiesto aiuto ai centri d’ascolto della Caritas Ambrosiana, sei su dieci sono donne. E ad aumentare sono i lavoratori: il loro stipendio - per vivere a Milano - non basta più. Sono alcuni trend che emergono nell’ultimo "Rapporto sulle povertà nella diocesi ambrosiana“. Quest’anno sono stati coinvolti nella rilevazione più centri (168, erano 137 del 2022). Sono stati incontrati e censiti 17.238 utenti; 59.354 le richieste di intervento (+24). La categoria dei disoccupati non è più la maggioritaria in termini assoluti: si attesta al 49,1%, mentre si consolida la presenza dei “working poor“. "Ai centri d’ascolto e ai servizi Caritas continuano a crescere le richieste di aiuto dettate da insufficienza di reddito – confermano dall’Osservatorio –, mentre si riducono i casi con problemi di lavoro. Se l’incidenza percentuale dei working poor appare stabilizzarsi, l’evidenza è che in media si tratti di soggetti sempre più intensamente poveri, cioè sempre più lontani dalla disponibilità di risorse economiche sufficienti a garantire una dignitosa qualità di vita: tra gli occupati, denunciano infatti problemi di reddito ben l’80,9%, erano il 77,5% nel 2022".

Le famiglie con figli minori sono più a rischio povertà, e non solo quelle numerose: quasi una su quattro, tra quelle che si rivolgono ai centri d’ascolto, ha al suo interno figli under 18, mediamente due. Nel 23,5% dei casi, alle porte di Caritas bussano madri sole, nubili, separate, divorziate o vedove; in quasi tre casi su quattro, le famiglie povere con figli minori sono di nazionalità non italiana.

I migranti che hanno chiesto sostegno sono il 63,9%, contro il 60,9% del 2022. E si nota una crescita esponenziale di alcune nazionalità, come i peruviani (sono stati il 18,5% degli immigrati che hanno richiesto aiuto, +54,5% rispetto all’anno precedente). "A far da detonatore, in questo caso, sono le contraddizioni del sistema di norme che regolano il diritto d’asilo e in generale gli ingressi in Italia – sottolineano da Caritas Ambrosiana –. Norme che, mantenendo rigidi e ristretti i canali d’accesso legittimi, finiscono per espandere l’area dell’irregolarità giuridica e della precarietà sociale ed esistenziale". "La povertà è un fenomeno complesso e multidimensionale – conclude il direttore Luciano Gualzetti –: la spia di mutamenti sociali ed economici tra loro intrecciati, che tendono irrimediabilmente a lasciare qualcuno da parte e ad aumentare le diseguaglianze. Inclinazione che, per essere combattuta, va attentamente osservata nel suo evolvere e studiata nelle sue motivazioni. Occorre che politica, economia e società del nostro Paese trovino formule adeguate per rafforzare i redditi di chi lavora, sostenere le famiglie con minori, assicurare ai migranti canali di ingresso regolari e sicuri, il rispetto dei diritti fondamentali, percorsi di integrazione più strutturati e incisivi".