REDAZIONE MILANO

"Il restauro, mestiere e filosofia di vita"

L'ultimo artigiano del Sud Milanese, Roberto Mical Tatti, racconta la sua passione per il restauro di capolavori in legno antichi e i suoi lavori prestigiosi. Consiglia ai giovani di considerare i mestieri manuali come una prospettiva per il futuro.

L'ultimo artigiano del Sud Milanese, Roberto Mical Tatti, racconta la sua passione per il restauro di capolavori in legno antichi e i suoi lavori prestigiosi. Consiglia ai giovani di considerare i mestieri manuali come una prospettiva per il futuro.

L'ultimo artigiano del Sud Milanese, Roberto Mical Tatti, racconta la sua passione per il restauro di capolavori in legno antichi e i suoi lavori prestigiosi. Consiglia ai giovani di considerare i mestieri manuali come una prospettiva per il futuro.

L’ultimo artigiano del Sud Milanese che restaura i capolavori in legno del mondo antico, a partire da portoni e ingressi di chiese e di palazzi storici. Tutto rigorosamente a mano, adoperando scalpelli e bisturi. Si chiama Roberto Mical Tatti (nella foto) e vive a Zibido San Giacomo, ma lavora ovunque servano restauri.

Ttrucchi per restaurare bene?

"Uso strumenti manuali, faccio lavori senza macchinari. Per questo gli strumenti vanno sempre conservati puliti e asciutti. E poi per incisione e taglio vanno mantenute al meglio le lame".

Che lavori fa un restauratore?

"Dipende dalla specializzazione. Io mi occupo di restauro del legno e della manutenzione di mobili antichi da oltre vent’anni, e il mio obiettivo è recuperare il valore artistico dell’oggetto. Il restauro è per me una filosofia di vita e questo mi ha permesso di lavorare per nomi prestigiosi del panorama italiano, raccogliendo sempre la loro soddisfazione".

Dove ha lavorato?

"Da artisti del calibro di Gianfranco Ferrè a istituzioni come il corpo d’armata dei carabinieri".

A che età ha iniziato?

"Ho cominciato a 14 anni come apprendista di bottega. Poi ho fatto l’ambulante in importanti mercati dell’antiquariato: in Italia ad Arezzo, Pistoia e Lucca; in Francia a Montpellier, Béziers, Avignon".

Quali sono gli interventi che l’hanno più appassionato?

"Il restauro di “putti“ della metà del ’700 nella chiesa di San Rocco di Lacchiarella, quello del Cristo del ’700 della chiesa di Carpiano, il restauro della basilica del Caravaggio, e quello della caserma dei carabinieri Montebello".

E ora dove sta lavorando?

"A Boffalora Ticino sto finendo una porta laterale della chiesa. Avevo già fatto i tre portoni principali e la navata della chiesa".

Un consiglio per i giovani?

"Non è un momento facile per loro. Per molti la speranza potrebbero essere i mestieri manuali. Sono il futuro, e gli apprendisti sono ancora pochi". Massimiliano Saggese