REDAZIONE MILANO

Il ricordo di Giuni Russo con l’album più amato

In questo pandemico 2021 Giuni Russo avrebbe compiuto settant’anni. Ed è proprio la ricorrenza ad aver propiziato la ripubblicazione di "A casa di Ida Rubinstein", l’album che lei amava di più assieme ad "Energie". Correva il 1988 e Giuni non era più quella delle languide occhiate e delle moto cromate, tra i solchi di "A casa di Ida Rubinstein" figuravano, infatti, romanze di Bellini, Donizetti e Verdi dalle colorazioni blues e jazz. Un disco anomalo, dato alle stampe per inseguire un vecchio sogno, ma fare anche di necessità virtù. "Dopo alcuni no, dissi a Giuni: col dono di Dio che hai in gola e con la preparazione che ti ritrovi, se la musica leggera non ti vuole puoi dedicarti ad un repertorio classico" ricorda Maria Antonietta Sisini, amica, compagna e produttrice dell’interprete palermitana, scomparsa nel 2004.

"Anche se aveva già lavorato sull’Habanera della Carmen, mi chiese solo di non farle fare le arie d’opera e di puntare su qualcosa di più originale. Pensai a quelle da camera, decisamente meno conosciute e inflazionate. Poi un giorno ci trovammo con Battiato e Giuni gli confidò che da un paio d’anni stava studiando questo nuovo repertorio, ma in discografia nessuno sembrava interessato. La risposta di Franco fu lapidaria: E dove sta il problema? Produciamo il disco con ‘L’ottava’, la mia etichetta. Detto e fatto". Per l’anniversario il disco è stato ripubblicato in versione completamente rimasterizzata all’interno di un cofanetto in cui, oltre ad un dvd live, trova posto "Jazz a casa di Ida Rubinstein", sua sorprendente reinvenzione del 2011. "Dopo l’addio di Giuni mi sono trovata nella necessità di rinnovare il suo ricordo con delle iniziative di alto profilo" prosegue Sisini. "Così ho messo mano ad un album a cui lei teneva moltissimo quale ‘A casa di Ida Rubinstein’ e svilupparne l’attitudine jazz, visto che la natura del progetto era quella. Per questa rielaborazione Paolo Fresu e Uri Caine mi sono sembrati subito ideali, poi è arrivata l’opportunità di imbarcare nel progetto pure Brian Auger e non me la sono fatta scappare. Fresu è venuto in studio a Milano da Pinaxa mentre Caine e Auger in America. Abbiamo rimasterizzato entrambi i dischi, che però nei contenuti non sono stati toccati".

Andrea Spinelli