GUIDO FORMIGONI*
Cronaca

Il ritorno dello Stato nella fase 3

Guido

Formigoni*

Stiamo forse assistendo a una rivoluzione nascosta? Da decenni si susseguivano i vaticini di un indebolimento radicale dello Stato moderno come istituzione capace di controllare un territorio. Ora,

per gestire le difficoltà e l’emergenza sanitaria, torna una domanda di statualità forte, che supera ogni remora ideologica. Lo straordinario rallentamento di tutte le economie e le fasce enormi di popolazione in cerca di protezione (sanitaria ed economica) chiedono interventi pubblici. Si aprono quindi straordinarie opportunità, ma anche molteplici problemi nuovi.

Telegraficamente. Sarà un ritorno di poteri autosufficienti e totalizzanti? Difficile “far da soli”: Credo invece che sarà necessario combinare i livelli di gestione dei problemi comuni tra enti locali, stati nazionali e quell’indispensabile ambito di responsabilità comune che chiamiamo Unione Europea.

Se la responsabilità cresce, come possono le istituzioni statali non fallire al compito? Occorrono massicci investimenti pubblici, ma sottraendosi alla logica dell’emergenza e migliorando le dotazioni pubbliche in ottica di servizio alla società. Così si potrà mirare selettivamente alla tutela ambientale, alla

sostenibilità sociale, alla diffusione dell’istruzione, al funzionamento delle reti, alla valorizzazione del patrimonio culturale e umano del paese.

Dove cercare le risorse? C’è lo straordinario piano europeo, ma la logica dell’indebitamento è possibile fino a un certo punto: in prospettiva, occorre riformulare una fiscalità equa ma solida. E infine. Solo una restrizione della libertà è efficace di fronte alle emergenze? Penso invece

indispensabile una democrazia rappresentativa in cui i cittadini e le forze sociali organizzate si

riconoscano, per rafforzare questa nuova forma di Stato post-moderno.

*Professore di Storiacontemporanea

e prorettore con delega

alla qualità della Iulm