CHIARA ARCESI
Cronaca

Il robot che parla d’amore: “Ragazzi, create il futuro con empatia”

Alla Statale l’installazione ideata da Marco Nereo Rotelli con Riccardo Valentini. Lo scienziato (e Nobel): la tecnologia non va subita ma pensata con un volto umano

L’artista Marco Nereo Rotelli e il fisico Riccardo Valentini davanti a ’Extraceleste’

L’artista Marco Nereo Rotelli e il fisico Riccardo Valentini davanti a ’Extraceleste’

L’arte affascina con l’estetica, la scienza educa con le sue scoperte. Insieme, la chiave per afferrare il vero potere della bellezza. Così nasce “Extraceleste”. Un robot - Angelus - che annuncia agli umani la necessità dell’amore, ospitato alla Statale di Milano in occasione della Design Week.

L’opera, presentata al Cenacolo Artom, fusione di arte, design, tecnologia, scienza, è stata ideata dall’artista, architetto e maestro della luce Marco Nereo Rotelli, in collaborazione con Riccardo Valentini, lo scienziato e Premio Nobel per la Pace (il premio nel 2007 andò all’Ipcc, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, di cui Valentini fa parte), che per l’occasione si racconta.

“Remember Love” annuncia il robot. Siamo ancora capaci oggigiorno di amare?

"La parola “amore” sembra banale ma è un concetto profondo. Riguarda l’empatia, la relazione armonica con la natura, l’arte, la letteratura. Ma non l’abbiamo più, viviamo tutto in modo individualista. La tecnologia non aiuta, a meno che non cerchiamo di governarla".

E, allora, come guardare al futuro?

"Come insegna il robot: “Don’t let the future meet you”. Che “Non è rifuggi dal futuro”, ma più autenticamente “Non farti travolgere dal futuro”. I giovani devono inventare la tecnologia e non subirla, avendo capacità critica e liberando creatività".

Arte e scienza un connubio perfetto?

"Sì, la scienza crea la conoscenza, l’arte la trasmette. Ed è stata la motivazione per cui ho collaborato con Marco. Noi scienziati immersi nei numeri spesso abbiamo difficoltà a comunicare in modo empatico i nostri concetti. L’artista, invece, comunica molto. L’opera è un bellissimo gesto artistico: un robot di ferro della vecchia fantascienza che guarda al futuro ed è ancora molto umano".

È membro del gruppo scientifico delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico. Da dove nascono i suoi interessi scientifici?

"Fin da bambino ho sempre avuto l’idea di fare lo scienziato e una grande curiosità per le scienze naturali in generale. È stata la mia fortuna. Mi sono laureato in fisica con applicazioni all’ecologia e alla biologia: eclettico, il naturalista di una volta".

Come sta oggi il Pianeta?

"Il riscaldamento globale è sempre più accelerato. Abbiamo già superato, per lo meno nell’area del Mediterraneo, i livelli di riscaldamento che l’Accordo di Parigi ha stabilito per garantire la capacità di adattarsi senza gravi impatti. Superando la soglia si verificheranno complicazioni profonde. Più non si agisce e più sarà difficile rimediare. C’è maggiore coscienza tra i giovani. Cittadini e imprese sono sensibili al tema, ma la politica non è proattiva".

Il suo miglior progetto?

"Quello che ancora deve venire. Stiamo facendo cose importanti con i miei ragazzi dalle menti brillanti e dalle idee più strampalate".

Extraceleste dona poesie create con l’intelligenza artificiale. Una di queste recita: “Nel cielo profondo un messaggio che oltrepassa le stelle risuona”. Qual è il messaggio?

"Difendiamo la nostra casa, perché non ne abbiamo un’altra. Dipende solo da noi se funzionerà bene, quindi difendiamola".