
Il cambiamento climatico sta mettendo a rischio il futuro degli impianti idroelettrici, la più grande fonte di energia pulita presente in Lombardia. Secondo l’aggiornamento 2022 di Terna, nella regione si contano 733 impianti sui 4.700 censiti in Italia, in grado di generare 5.685 megawatt di corrente. La maggior parte si concentra nelle province di Brescia (168), Bergamo (142) e Sondrio (84), le tre realtà montane della regione. Da qui arriva anche la massima potenza prodotta: Brescia e Sondrio occupano i primi due posti in Lombardia, con 2.221,7 e 2204,6 megawatt.
Gli scenari climatici rischiano di frenare però la crescita del settore idroelettrico. La siccità che ha caratterizzato gran parte dell’estate 2022 e la prima parte dell’autunno ha costretto i gestori di bacini idroelettrici a rilasciare metri cubi d’acqua per garantire le riserve minime necessarie ai grandi laghi e salvare la stagione agricola. Secondo quanto riferito dal comparto idroelettrico all’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del bacino del Po, il deficit idrico ha causato una mancata produzione di energia idroelettrica pari al 40% rispetto all’anno precedente. Alle difficoltà ambientali si aggiungono quelle legate alle concessioni, la maggior parte scadute. Un tema su cui è intervenuta la Regione: con una delibera a inizio dicembre, la Giunta ha scelto di trasferire 5,2 milioni alle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Monza e Brianza e alla Città Metropolitana di Milano, il 60% di quanto raccolto a titolo di canone aggiuntivo finora versato dagli ex concessionari e relativo agli anni 2021 e precedenti.
L.B.