REDAZIONE MILANO

Il top manager tra i clienti "Riesci uno small al volo?"

Il pusher Alemu riforniva anche il leader di un colosso degli investimenti. Lo scambio in auto e il blitz in via Negroli: "È il mio fornitore da un anno"

"Non riusciamo a incrociarci dove ci siamo incrociati l’ultima volta?". "Eh, ma tra quanto? Che devo partire!". "Tra cinque minuti! Dieci minuti!". "Se sono cinque minuti". Ore 14 del 17 dicembre 2018. Pusher e cliente si danno appuntamento all’angolo tra via Negroli e via Labeone, a due passi da viale Argonne. Lo spacciatore è Minilic Alemu, alias "Mene", trentasettenne italo-eritreo, all’epoca pedinato dai carabinieri della Compagnia Duomo.

L’acquirente è un top manager quarantenne, a capo di una società di investimenti con un portafoglio di 20 società in tutto il mondo nonché membro di primo piano di una delle più importanti associazioni di categoria degli imprenditori. Alle 14.17, Alemu sale sul Suv Bmw, scambia qualcosa con il conducente e scende dopo pochi secondi. Una pattuglia di militari di borghese ferma il manager in viale Corsica: l’uomo consegna spontaneamente il pacchetto di sigarette dove ha nascosto una bustina di cellophane con cinque grammi di cocaina; dice di aver pagato 800 euro con banconote da 50 e di essere un cliente fisso di "Mene" da circa un anno ("Riesci uno small al volo?", la frase intercettata due mesi prima durante una conversazione per concordare il peso della dose). La seconda pattuglia blocca la Mini Cooper del pusher in via Leoncavallo angolo Arquà: con sé ha 1.210 euro in contanti, mentre a casa gli investigatori trovano cinque grammi di marijuana e altri 400 euro; scatta l’arresto, con direttissima l’indomani.

Alemu è stato il secondo spacciatore a finire sotto la lente dei carabinieri dopo il primo arresto del 2 agosto 2018; da lì, passo dopo passo, i segugi della Duomo sono riusciti a risalire al gruppo dei peruviani e a quello degli italiani che gravitavano su piazza Prealpi. Il top manager "pizzicato" in via Negroli non era l’unico cliente eccellente di "Mene". Sì, perché nel corso delle indagini i militari hanno anche certificato i rapporti tra il pusher e il dirigente della filiale italiana di un’azienda americana specializzata nella vendita di prodotti medicali. Anche in quel caso, gli investigatori hanno monitorato alcuni scambi e poi sono entrati in azione, il 3 novembre 2018: l’uomo è stato bloccato vicino casa sua, in zona Ticinese, subito dopo aver acquistato 1,3 grammi di cocaina e segnalato alla Prefettura come assuntore di sostanze stupefacenti.

Nicola Palma