CHIARA ARCESI
Cronaca

Il turismo in fermento. Dal business al piacere:: "Ora si gestiscano i flussi"

Antonioli (Bocconi): "Lavoro, patrimonio culturale e “week“: i visitatori restano". Gli americani hanno sempre amato la città e cresce il mercato mediorientale .

Antonioli (Bocconi): "Lavoro, patrimonio culturale e “week“: i visitatori restano". Gli americani hanno sempre amato la città e cresce il mercato mediorientale .

Antonioli (Bocconi): "Lavoro, patrimonio culturale e “week“: i visitatori restano". Gli americani hanno sempre amato la città e cresce il mercato mediorientale .

Il turismo, una pratica per scoprire il mondo ma anche un’industria. E, a questo proposito, uno spaccato del turismo milanese e del suo cambiamento nel tempo viene offerto dalla docente di Economia e Politica del turismo dell’Università Bocconi, Magda Antonioli.

Quale tipo di turismo esiste a Milano e come è cambiato negli anni? "Fino al 2015, prima di Expo, era prevalentemente un turismo business, cioè di persone che raggiungevano la città per lavoro e che non aggiungeva una parte di vacanza facendosi raggiungere da parenti o amici. Ciò si riscontrava sia dai dati che dal fatto che gli alberghi nel weekend a Milano fossero vuoti, con prezzi molto bassi. Ora è stato coniato il termine “bleisure“, perché, invece, si verifica che chi arriva per lavoro si ferma anche per piacere, come nelle altre capitali europee".

Con Expo a Milano vengono riconosciuti i suoi ambiti culturali e quindi il turismo aumenta. "Il turismo ricomincia grazie a un patrimonio culturale a tutto tondo: quello Leonardesco molto vasto, i musei, i teatri, la musica, l’enogastronomia e la moda. Altri due elementi suffragano questo andamento crescente: la settimana del mobile e della moda sono occasioni che richiamano numerosi turisti".

È cresciuto anche in quegli anni l’interesse per gli investimenti nel comparto turistico? "Dopo Expo, le catene alberghiere estere iniziano a concepire Milano come una delle capitali più attrattive, diventando terra di conquista delle catene straniere. Da questo momento in poi sono aumentati gli alberghi della categoria superior che, effettivamente, avevano un numero non idoneo di camere per le esigenze della città".

Dopo un rallentamento causa pandemia, la città è tornata al centro dell’attenzione? "Si vede la crescita della ricettività extra-alberghiera, collegata agli affitti brevi, e della presenza di strutture extra alberghiere, cioè affitti di appartamenti di lusso, spesso venduti sia da appositi operatori che dalle stesse catene alberghiere. Negli ultimi due anni si è, inoltre, assistito alla crescita in città di strutture come gli studentati che durante l’anno, quando non sono frequentate dagli studenti, vengono adibiti ai turisti. Insomma, la crescita di una ricettività extra-alberghiera non tradizionale fa sì che la Milano turistica vada molto bene".

E dunque una forte crescita dei prezzi rinforzata dalla grande domanda. "Sì, soprattutto nelle strutture di categoria superior portando guadagni molto elevati, non solo nelle giornate di picco come la settimana della moda. Un altro tema connesso è il revamping, il recente riammodernamento delle strutture".

Qual è la principale provenienza dei turisti stranieri? "Tanti americani che hanno sempre amato Milano e che con il tasso favorevole euro-dollaro hanno visto una netta riduzione dei prezzi. In attesa della riapertura dei mercati del Far-east e della Russia, si è registrata anche una forte crescita del mercato mediorientale, fondamentalmente dei Paesi arabi. Questi ultimi vedono Milano come la loro città ideale: è tutto molto vicino, si propone loro quello che hanno nei mall, il quadrilatero della moda e i ristoranti stellati".

Ci sono stati casi di over-tourism o ne prevede in vista di futuri eventi come le Olimpiadi 2026 Milano-Cortina? "L’over-tourism è un concetto relativo, è un tema di organizzazione-programmazione dei flussi e del territorio. A livello internazionale, quando si è tentato di introdurre politiche di de-tourism, di fatto si sono esercitati effetti negativi anche su altre località che non risentivano del fenomeno. A livello nazionale sono già in corso vari tentativi, come gli accessi limitati di Venezia".

E quindi come fare? "La tematica occuperà un ruolo rilevante sui tavoli dei policy makers. Un utile strumento sarà fornito dai dati monitorati relativi ai flussi (big data). In fase di overtourism i prezzi sono elevati e già questo aspetto dovrebbe agire da freno sulle decisioni turistiche del periodo, sempre più confrontabili attraverso le tecnologie di prenotazione. L’overtourism ha effetti negativi sulla vita della città e sui prezzi, a maggior ragione quando si registra una crescita diffusa negli affitti brevi, bed & breakfast, eccetera".

I valori immobiliari sono già elevati. "Ma pensa che sia causa solo del turismo? I prezzi sono alle stelle anche perché ci sono state speculazioni immobiliari importanti".

In occasione delle Olimpiadi 2026 quale soluzione si immagina per una crescita del turismo equilibrata? "Spalmare maggiormente la ricettività extra-alberghiera sulla città prevedendo nelle aree più periferiche una crescita dei bed & breakfast. Potrebbe essere anche una soluzione di valorizzazione di aree minori".