MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Il vertice sul Corvetto. Piantedosi in Prefettura. Sala sul padre di Ramy: "Belle parole, lo vedrò"

Oggi alle 11 l’incontro con il ministro per definire una strategia anti-caos. Il sindaco al centrodestra: "Milano è accogliente, non cambio la mia linea".

Il vertice sul Corvetto. Piantedosi in Prefettura. Sala sul padre di Ramy: "Belle parole, lo vedrò"

Oggi alle 11 l’incontro con il ministro per definire una strategia anti-caos. Il sindaco al centrodestra: "Milano è accogliente, non cambio la mia linea".

e Nicola Palma

Il vertice convocato oggi alle 11 in Prefettura, certo. Al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica sul caso Corvetto parteciperà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, atteso dal prefetto Claudio Sgaraglia e dal sindaco Giuseppe Sala. Ma non solo. Perché il primo cittadino non intende considerare solo una questione di ordine pubblico quanto avvenuto negli ultimi giorni, in particolare la guerriglia urbana scatenata lunedì sera da una settantina di ragazzi dopo la morte di Ramy Elgaml. E così ieri pomeriggio Sala, a margine dell’inaugurazione del Milano Welcome Center in via Sammartini, ha detto di "aver apprezzato molto le parole del padre e della fidanzata di Ramy. Li inviteremo a Palazzo Marino perché hanno detto cose molto giuste e molto belle". Quali sono le parole a cui si riferisce il sindaco? Ieri mattina il padre di Ramy ha lanciato un messaggio incentrato sul dialogo e sul rifiuto della violenza: "Siamo lontani da quanto accaduto l’altroieri sera e ci impegniamo a rispettare la legge nel nostro secondo Paese, l’Italia. Abbiamo fiducia nella magistratura italiana, e non vogliamo vendetta ma solo sapere ciò che è successo. Ci dissociamo da tutti i violenti, ringraziamo tutti per la loro vicinanza, soprattutto gli italiani: mio figlio ormai era più italiano che egiziano".

L’incontro nella sede del Comune potrebbe avvenire presto. Sarebbe un momento per dimostrare che un dialogo concreto tra le istituzioni e le famiglie dei migranti è possibile. Intanto oggi in Prefettura si studierà una strategia per allentare la tensione al Corvetto e, allo stesso tempo, per essere pronti a reagire in caso di violenze o provocazioni. "Ne parleremo con la Prefettura, la Questura e il ministro dell’Interno – anticipava ieri il sindaco pur senza svelare né il giorno né l’ora del vertice a Palazzo Diotti – Se il ministro viene a Milano, sono contento, perché è qualcosa che dobbiamo affrontare insieme. Stiamo dalla stessa parte nel difficile ruolo di tenere ordine in città. Se sono stati fatti degli errori, ci saranno conseguenze. La dinamica dell’inseguimento? Non giudico. Ci sono indagini in corso".

Uno dei rischi, dopo quanto avvenuto lunedì sera al Corvetto, è che altri quartieri cittadini densamente popolati da giovani di origine straniera si riversino in strada per protestare contro la morta del giovane egiziano. Sala spera che "ciò non avvenga. Il prefetto non mi dà segnali di questo tipo. Ma è ovvio che staremo attenti". Piantedosi oggi potrebbe confermare quanto preannunciato martedì sera dal questore Bruno Megale: l’arrivo di nuovi agenti a Milano. C’è chi parla di almeno 500 uomini. "Me lo aspetto e spero che siano impiegati nei vari quartieri", commenta il sindaco, il quale, subito dopo, affronta il caso Corvetto dal punto di vista più strettamente politico: "Quello che è successo richiama la nostra attenzione ma non ci fa deviare rispetto alla nostra rotta. Capisco che alla destra piaccia fomentare queste situazioni, ma io sono qui oggi (ieri, ndr) a dire che la nostra città continuerà ad essere accogliente".

Sala contrappone il realismo alle polemiche politiche: "Noi facciamo un bagno di realismo. Nella realtà le immigrazioni ci sono sempre state e sempre ci saranno e Milano è una città molto accogliente. Dopodiché, le regole vanno rispettate. Ma preferiamo affrontare la realtà piuttosto che combattere con le parole". A chi gli chiede della situazione al Corvetto, infine, il sindaco ammette che "è un quartiere delicato, ma ci stiamo lavorando attraverso tante associazioni. A slogan non andiamo da nessuna parte. Certo che siamo preoccupati, ma al contempo sappiamo che certe situazioni fanno parte della complessità del mondo in cui viviamo. Se mancano luoghi di aggregazione al Corvetto? Sì ed è una nostra responsabilità".