
Un reticolo di casette a schiera unifamiliari, bianche, dotate di due piani e un giardino: sono 19 stecche suddivise...
Un reticolo di casette a schiera unifamiliari, bianche, dotate di due piani e un giardino: sono 19 stecche suddivise in sette filari, interrotte qua e là da qualche villetta. Realizzato nel 1953 per gli sfollati della guerra, il “Villaggio dei fiori“ è il quartiere popolare della periferia ovest di Milano dove è cresciuto Diego Abatantuono. Privo di negozi, si sviluppa a nord di via Lorenteggio intorno a stradine che portano nomi di fiori. "Cinquant’anni fa lasciavamo le porte aperte, mangiavamo e passavamo il tempo fuori con i vicini – ricorda Teresa Ballini, che abita qui –. Ora invece è un disastro: alcune case sono vuote, altre sono occupate da abusivi, hanno rubato due auto e di sera è meglio non uscire". Ma la percezione di degrado è condivisa da tutti i residenti. "C’è spazzatura ovunque, le case sono piene di muffa e piove dentro, ma gli affitti aumentano – chiosa Enrico Maggi –. Per le Olimpiadi Invernali del 2026 hanno dipinto nove murales, ma è un intervento per i turisti che passeranno di qui: dovrebbero invece fare qualcosa per migliorare le condizioni in cui viviamo". Thomas Fox