MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Vincolo su San Siro, la politica si spacca: Sala finisce nel mirino, FI bacchetta gli alleati

Il Pd con il sindaco: c’è il rischio che le società lascino la città. Il Comitato SìMeazza: il trasloco di Milan e Inter? È un bluff. Massimo Moratti: molti tifosi sono contenti e io li capisco.

Il vincolo su San Siro  La politica si spacca  Sala finisce nel mirino  FI bacchetta gli alleati

Il vincolo su San Siro La politica si spacca Sala finisce nel mirino FI bacchetta gli alleati

di Massimiliano Mingoia

Favorevoli e contrari. Il mondo politico, calcistico e associativo si divide dopo l’annunciato vincolo culturale semplice sullo stadio di San Siro, una decisione della soprintendente Emanuela Carpani – anticipata dal Comune – che impedisce la demolizione del Meazza e stoppa definitivamente il progetto di Milan e Inter sull’area di San Siro. Sì, perché i club avrebbero voluto costruire il loro nuovo stadio nel parcheggio limitrofo all’attuale impianto, che sarebbe stato destinato alla demolizione per lasciar spazio a un nuovo distretto commerciale e sportivo.

Partiamo dal parere dell’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti, da sempre contrario all’abbattimento della Scala del calcio: "Penso che le squadre abbiano tutto il diritto di scegliere come vogliono ma anche che San Siro abbia una storia e un’identità da difendere. Per tutto c’è una fine, potrebbe arrivare anche per il Meazza. Rischia di diventare una cattedrale del deserto? Vediamo, c’è tempo per altri ragionamenti. Di certo, nessuno può impedire ai tifosi di Milan e Inter di essere affezionati, legati, attaccati a uno stadio che nelle sue mura ha visto passare la storia del calcio".

Luigi Corbani, presidente del Comitato SìMeazza, nato proprio per difendere l’attuale impianto, esulta e polemizza con il sindaco Giuseppe Sala, perché il Comune, nella nota di venerdì, ha criticato la decisione della soprintendente di mettere un vincolo sul secondo anello del Meazza, che nel 2025 compirà 70 anni (il vincolo "ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto").

Sala, in altre parole, teme che il Milan realizzi la sua nuova casa a San Donato Milanese, l’Inter a Rozzano e il Meazza resti senza calcio. Corbani non crede in questo scenario: "San Siro vuoto? È solo un bluff di Milan e Inter. Ci hanno già provato con Sesto San Giovanni". Il presidente del Comitato SìMeazza, poi, ricorda che "la questione del vincolo sul secondo anello si conosceva già nel 2019, quando Milan e Inter hanno presentato il loro progetto del nuovo stadio a San Siro". Ma se Milan e Inter, alla fine, traslocassero fuori Milano, cosa dovrebbe fare Palazzo Marino con il Meazza? "La prima cosa – replica Corbani – è verificare che fino al 2030, la data di scadenza della convenzione con i due club, questi ultimi svolgano i lavori di manutenzione. E da qui al 2030 il Comune dovrebbe lanciare un concorso per la ristrutturazione e gestione dell’impianto. Anche nell’ottica che i club se ne vadano".

E veniamo alle reazioni politiche. Il capogruppo del Pd in Comune Filippo Barberis si allinea alla posizione del sindaco: "Il vincolo su San Siro rischia di decretare la morte dello stadio, con la fuga di entrambe le squadre su due aree che, a differenza dell’area del Meazza, non sono infrastrutturate, segnando quindi una soluzione nettamente peggiorativa sia dal punto di vista ambientale che urbanistico". Sempre sul fronte della maggioranza di centrosinistra a Palazzo Marino, le posizioni dei consiglieri ambientalisti mettono in secondo piano il rischio di fuga dei club da Milano. Il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi sottolinea: "Grazie al vincolo sul Meazza eviteremo l’emissione di 210 mila tonnellate di CO2 per il suo abbattimento e salveremo 45 mila mq di verde dal cemento, perché il nuovo stadio non verrà costruito. Grazie anche a una funzionaria dello Stato competente e con la schiena dritta. Fa male a lamentarsi il Comune perché ha solo applicato la legge". Il consigliere della lista Sala Enrico Fedrighini giudica la decisione della Carpani "la migliore scelta possibile per Milano, perché questo tipo di vincolo impedisce la demolizione totale, ma consente la ristrutturazione".

L’opposizione di centrodestra, intanto, critica l’operato di Sala ma con sfumature diverse. Il capogruppo di FI Alessandro De Chirico punta il dito anche contro gli alleati Lega e FdI: "I no trasversali della politica cittadina e nazionale e l’indecisionismo di Sala e del Pd ci hanno portato in un vicolo cieco. Sia sul finire della scorsa consiliatura che in campagna elettorale ho cercato in tutti i modi di scuotere un centrodestra senza memoria di quello che di buono è stato fatto, urbanisticamente parlando, per la nostra città. Inutile ricordare le ambigue dichiarazioni e i tentennamenti dei leader di partito che hanno solo aggiunto incertezza al caos provocato da un centrosinistra spaccato su tutto". Il segretario milanese della Lega e consigliere comunale Samuele Piscina, intanto, nota: "La partita è finita. Il vincolo mette termine alla telenovela sullo stadio. Tergiversando per anni, Sala e la sinistra hanno cacciato Milan e Inter dalla città". Il consigliere di FdI Enrico Marcora rincara la dose contro il sindaco: "Sala ha perso anni in modo inconcludente e inutile collezionando un ennesimo fallimento".