Ilaria Salis e il centro sociale occupato, la condanna in Cassazione per gli incidenti del 2014 a Milano in via Ravenna

La sentenza: “Posizionato per la strada sacchi di spazzatura e bidoni, insultato i poliziotti, lanciato al loro indirizzo l'immondizia con frasi oltraggiose”

Una manifestazione per ottenere la libertà di Ilaria Salis

Una manifestazione per ottenere la libertà di Ilaria Salis

Milano, 1 febbraio 2014 – Nella disputa tutta italiana che ha visto il duro scambio verbale tra Matteo Salvini e il padre di Ilaria Salis ora entra anche la sentenza di condanna della Cassazione per la 39enne attivista monzese, da oltre un anno in carcere in condizoni disumane in Ungheria,

La Corte di Cassazione

Ilaria Salis – spiega l’agenzia Ansa - è stata condannata per concorso esterno in resistenza a pubblico ufficiale con sentenza definitiva della Cassazione dello scorso luglio per gli scontri scoppiati nel 2014 con le forze dell'ordine intervenute per sgomberare un centro sociale in via Ravenna 30 a Milano in uno stabile di proprietà del Comune. Assieme a Salis, è stata condannata per lo stesso reato anche Alice Vita, un'altra antagonista: “Salis e Vita - si legge nella sentenza della Cassazione - insieme ad altre (Dotti, Rawash e Zaffaroni), avevano intonato cori ostili, posizionato per la strada sacchi di spazzatura e bidoni, insultato i poliziotti, lanciato al loro indirizzo l'immondizia con frasi oltraggiose (“mangiate” o “giusto nella monnezza potete stare”) così rafforzando il proposito criminoso degli autori materiali della resistenza e apportando un proprio personale e significativo contributo”.

“È di tutta evidenza - prosegue la sentenza - che il comportamento tenuto da Salis e Vita è stato correttamente qualificato come concorso morale rispetto alla violenza e resistenza attiva posta in essere da altri soggetti nell'ambito della manifestazione collettiva volta ad opporsi all'intervento degli agenti operanti tenuti a sgombrare un immobile abusivamente occupato”. 

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Matteo Salvini

"Prendiamo atto con curiosità della scelta del padre di Ilaria Salis di querelare Matteo Salvini. La Lega, invece, rinnova l'impegno affinché i diritti della donna detenuta in Ungheria siano tutelati. E aggiunge l'auspicio che Ilaria venga assolta rapidamente da tutte le accuse, a differenza di quanto è avvenuto in altra vicenda chiusasi con sentenza di condanna confermata in Cassazione il 3 luglio 2023 per concorso morale nella resistenza a pubblico ufficiale. Certo, resta sempre la domanda: è normale che una educatrice venga fermata in una capitale europea con un manganello?". Così una nota della Lega.

La raccolta fondi

Intanto è stata aperta una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme da un gruppo di ”amici e amiche” della 39enne maestra. “Ora che il processo è iniziato - si legge nell'appello a donare - non lasciamola più sola e aiutiamola a difendersi! Le spese sostenute fino ad ora sono molto alte (parliamo di circa 35000 euro) e calcoliamo che per affrontare il primo grado del processo ne serviranno circa 25000 euro (solo spese legali). I costi delle traduzioni ufficiali, degli interpreti, delle trasferte, si aggiungono alle già elevate spese legali necessarie per garantirle una difesa all'altezza in due paesi contemporaneamente. Inoltre Ilaria necessita mensilmente di fondi per potersi sostenere all'interno del carcere, per acquistare beni di prima necessità quali cibo e prodotti di igiene personale (circa 260 euro al mese)”. L'obiettivo è arrivare a 50.000 euro, per ora la raccolta è ferma a poco più di 500