È scoppiata la bagarre durante l’ultimo Consiglio regionale della Lombardia: l’oggetto dello scontro è ancora una volta la questione del presunta presunta occupazione abusiva di case popolari della neoeletta eurodeputata Ilaria Salis. La mozione su cui si sono accesi gli animi, presentata da Fratelli d’Italia, vuole impegnare il presidente Attilio Fontana a sollecitare Aler – la principale azienda che gestisce le case popolari in regione – “ad avviare immediatamente le procedure legali” per il recupero del presunto credito di 90mila euro nei confronti di Salis, che lei ha definito una “richiesta senza prove”. Credito che dovrebbe essere riscosso anche attraverso “il ricorso al pignoramento dei conti correnti”.
La mozione
La mozione è stata presentata dal consigliere meloniano Marcello Ventura. Nel testo, che è stato modificato rispetto alla versione originale, viene spiegato che “è stato accertato, nonostante i solleciti dell’ente gestore” che Salis “non abbia saldato il debito accumulato” e per garantire “il rispetto delle norme da parte di tutti i cittadini” si ritiene opportuno “procedere con l’adozione di misure efficaci per il recupero delle somme dovute”.
Il baccano in aula
Non appena è iniziata la discussione della mozione, che doveva essere votata la scorsa settimana, è scattato il caos in aula. Il chiasso a scoppiato soprattutto dai banchi del centrodestra durante gli interventi dei consiglieri d’opposizione Onorio Rosati (Alleanza Verdi Sinista) e Nicola Di Marco (Movimento 5 stelle). Il baccano era tale che la seduta è stata interrotta per ripristinare l’ordine. Dopo una sospensione di alcuni minuti, i lavori sono ripresi con gli interventi dei consiglieri Luca Paladini (Patto Civico) e Marco Bestetti (Fratelli d’Italia).
L’opinione di Salis
Riguardo alle polemiche sull’occupazione degli alloggi popolari, Salis si era espressa qualche giorno fa dichiarando che “chi entra in una casa disabitata prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket e ai palazzinari”. “Essere occupante – ha detto – vuol dire abitare questo spazio precario e faticosamente trasformarlo in un luogo che si possa chiamare casa cercando di sistemarlo coi pochi mezzi a disposizione che si hanno”.