Ilaria Salis e l’occupazione abusiva delle case popolari: via Borsi, il debito, il centro sociale Cuore in Gola. Cosa è successo

Milano, il caso che coinvolge la candidata con Avs alle elezioni europee: nel 2008 l’irruzione in un alloggio sul Naviglio Pavese. La nota di Aler e la replica del padre

Ilaria Salis

Ilaria Salis

Milano – A poche ore dall’apertura dei seggi per le elezioni europee, dal passato di Ilaria Salis, candidata capolista di Avs (Alleanza Verdi Sinistra) per la circoscrizione Nordovest, emergono i trascorsi di occupazioni abusive di alloggi popolari soprattutto nella zona di via Gola a Milano

La casa di via Borsi 14

In particolare, all’attivista brianzola sotto processo in Ungheria per aggressione nei confronti di militanti neonazisti, viene contestata l’occupazione abusiva dello stabile Aler (l’ente regionale che gestisce le case popolari) di un appartamento di 40 metri quadrati al secondo piano di via Borsi 14, alle spalle di via Gola, roccaforte del centro sociale Cuore in Gola. L’occupazione – spiega Aler in una nota – è “avvenuta nel 2008” ed è proseguita fino a tempi recenti. 

I canoni dovuti

Secondo i giornali Libero e Il Giornale, a causa dell’occupazione abusiva dell’appartamento, Salis avrebbe accumulato “un debito con l’ente regionale di 90mila euro”. Cifra che la stessa Aler non conferma, spiegando però che dopo aver “presentato denuncia querela nei confronti degli occupanti, ai sensi degli articoli 633 e 635 del Codice Penale”, sono stati attivati “i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio e recupero dell’alloggio in questione. In linea generale si conferma che all’occupazione senza titolo è applicata un’indennità monetaria assimilata al canone massimo dell’unità immobiliare per tutto il periodo della permanenza”. Normalmente invece il canone si calcola in base all’Isee dell’inquilino. 

Buco nero via Gola

L’appartamento per il quale Salis è accusata di occupazione abusiva di trova in una delle zone più problematiche della città, sia per le occupazioni che sul versante della legalità in generale. Tanto che i lavori di ristrutturazione sugli immobili, per i quali la Regione ha pronti 20 milioni di euro, sono ancora al palo proprio perché non è garantita la sicurezza dei cantieri. Nella nota sulla vicenda infatti Aler aggiunge: “Si segnala che nel quartiere Alzaia Naviglio (via Gola, Pichi e Borsi) a causa di una forte presenza di illegalità e di centri sociali non autorizzati, esiste un complesso problema di ordine e sicurezza pubblica riconosciuto da tutte le istituzioni. Per questo motivo ogni azione di sgombero o allontanamento nei confronti di occupanti abusivi è oggetto di approfondita pianificazione durante il periodico Tavolo dedicato in Prefettura”.

La replica del padre

Le accuse rivolte a Ilaria sono state commentante nel pomeriggio da Roberto Salis, il padre dell’attivista, riferendosi ai giornali Libero e Il Giornale, che hanno pubblicato la storia questa mattina: “Non intendo replicare, ho già querelato i due giornali in questione per altre false notizie diffuse in precedenza sul mio conto. Non commento articoli fatti da giornali che ho già querelato dopo che mi hanno diffamato sostenendo che nel 2009 andavo a bloccare il traffico con i Cobas mentre ero amministratore delegato di una multinazionale che fatturava 50 milioni di euro e aveva 120 dipendenti. E quindi ognuno tragga le sue conseguenze su quanto possano essere credibili”.