ACHILLE COLOMBO CLERICI*
Cronaca

Immobili e catasto, con il nuovo sistema si finisce a pagar tutti di più

Il Presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, analizza le difficoltà della riforma catastale in Italia, evidenziando le possibili conseguenze negative sull'economia e il carico fiscale per i contribuenti.

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In questi giorni è stato riproposto il tema della riforma catastale chiedendosi come mai, nonostante le reiterate e puntuali raccomandazioni della Commissione Europea ad attuare la riforma e gli appelli di istituti come l’Ocse a spostare la tassazione dalle persone alle cose, i vari governi italiani – da quello Letta a quello Renzi (2014) e persino Draghi (’21-’23), che aveva mostrato una risolutezza senza eguali – non siano riusciti a portare in porto l’operazione. Non ci vuole molto a rispondere che il motivo di fondo sta nel fatto che, per come è concepita, comporta gravi conseguenze negative difficilmente valutabili per le economie, sia immobiliare, sia generale.

La Riforma del Catasto pensata dall’Agenzia delle Entrate porta ad un innalzamento generalizzato dei valori imponibili (elevandoli al livello del mercato), ad un aggravamento del carico fiscale su tutti gli immobili. Ma le aliquote delle diverse imposte sono state calibrate a suo tempo, ai fini del gettito voluto, e determinate nella consapevolezza di intervenire su valori inferiori a quelli di mercato (perché lo Stato mica è fesso). E non c’è da illudersi che, una volta varata la riforma, possano esservi riduzioni delle stesse dato il previsto meccanismo di invarianza del gettito (probatio diabolica a carico dei contribuenti poiché il gettito aumenta fisiologicamente di anno in anno in quanto aumentano la massa e i valori imponibili) e non del prelievo. Secondo aspetto: dalla istituzione di quelle aliquote moltissimi di quei valori bassi sono stati già aggiornati in virtù della revisione automatica in caso di lavori edilizi ordinari e con superbonus, nonché a seguito della revisione per microzone. Questi immobili, interessati dagli aggiornamenti, con le aliquote vigenti già pagano uno sproposito. Se si invoca l’equità per forzare la mano al legislatore, è bene che nessuno si faccia illusioni: con questo sistema si finisce a pagar tutti di più. Se equità e perequazione ci devono essere occorre far pagare di meno quelli che ora pagano di più e non far pagare di più quelli che ora pagano di meno.

* Presidente Assoedilizia