Milano, 5 ottobre 2015 - Città Metropolitana, il piano di dismissione immobiliare entra nel vivo. Dopo la cessione dell’edificio di corso di Porta Vittoria 27 per 38,5 milioni di euro all’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, nei giorni scorsi l’ex Provincia a caccia di fondi per rimanere a galla ha lanciato altri quattro avvisi pubblici. Partiamo dallo stabile di via Settembrini 32, in zona Vitruvio, il più costoso del lotto: si parte da una base d’asta di 5,99 milioni (-10% rispetto al bando precedente) per 23 appartamenti spalmati su più di 2mila metri quadrati. Passerà di mano, se ci saranno acquirenti interessati, pure lo stabile di via Assietta 14: 4,74 milioni di euro per due palazzine gemelle (40 appartamenti in totale) in zona Affori. Si passa poi ai 691 metri quadrati dell’ex Tesoreria di via Corridoni angolo via Donizetti, in pieno centro: 2,772 milioni di euro la cifra di partenza.
E ancora, in vendita pure alcuni appartamenti negli stabili di via Boiardo 8 e via Cucchi 5. Senza dimenticare il cortile pertinenziale dell’ex autorimessa provinciale di via Hajech angolo Melloni, battuto a 193mila euro; in caso di mancata cessione, il piano B prevede la trasformazione in un parcheggio con canone previsto di 12mila euro l’anno. Totale: quasi 14 milioni di euro. Per cominciare. Sì, perché il piano messo a punto dal consigliere delegato al Bilancio Pietro Romano, conta di incassare il grosso della somma ipotizzata all’inizio (190 milioni in tre anni) dalla cessione a titolo oneroso degli edifici oggi occupati da istituzioni pubbliche e forze dell’ordine. Ecco l’elenco: caserma dei vigili del fuoco di via Messina (39,884 milioni), Prefettura di corso Monforte (39,030 milioni), caserma Ugolini dei carabinieri di via Moscova (29,812 milioni), caserma dei carabinieri di via Copernico (4,222 milioni), caserma della polizia di via Schiapparelli (4,050 milioni) e caserma dei vigili del fuoco di via Carabelli (1,953 milioni).
Inutile dire che l’eventuale passaggio al fondo immobiliare istituito dalla società di gestione del risparmio Invimit (detenuta al 100 per cento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) non pregiudicherà le funzioni pubbliche svolte all’interno dei quei palazzi. Palazzi non più gestibili dalla Città metropolitana «col solo pagamento dei canoni», è specificato nel «Piano di alienazione e valorizzazione immobiliare 2015-2017» varato a luglio. Anche perché, si sottolinea nel decreto, gli affitti vengono pagati in ritardo: solo quest’anno «l’Ente lamenta una sofferenza di circa 3 milioni».
di Nicola Palma