L’approccio è amichevole, da parte di entrambi. Il sindaco Giuseppe Sala, dal palco del Teatro Lirico dov’era in corso il convegno dell’Ance “Coraggio, fiducia e sogno’’ sulle prospettive del settore edile, chiama "Matteo" il ministro delle Infrastrutture Salvini e quest’ultimo, poco dopo, durante il suo intervento, ribatte con un "Beppe" parlando del primo cittadino. I due si vedranno giovedì a Roma per parlare soprattutto del futuro dei trasporti milanesi ("I temi? I prolungamenti della rete metropolitana, la ciclabilità, l’aumento degli autovelox in città, gli affitti brevi", elenca Sala a margine). Ma quando Salvini sale sul palco per il suo intervento e Sala lascia il Lirico, il ministro e leader della Lega lancia anche un paio di bordate al sindaco.
La prima è su un tema sul quale i due hanno già litigato in passato: il progetto del nuovo stadio di Milan e Inter e il futuro di San Siro. Secondo Salvini, lo stop al progetto rossonerazzurro nell’area di San Siro – stop dovuto ai troppi rinvii del Comune e all’annunciato vincolo sul secondo anello dello stadio da parte della Soprintendenza – avrà ricadute negative su Milano e sul quartiere: "È stata un’operazione miope aver perso 1,3 miliardi di euro di investimenti per il nuovo stadio di San Siro. Aver perso l’occasione di un nuovo impianto a Milano mi fa piangere il cuore, mi fa piacere per San Donato Milanese e Rozzano, ma Milano ha perso una grande sfida che avrebbe comportato anche una riqualificazione dell’area di San Siro dove sono nato e sarò sempre residente finché il buon Dio mi terrà su questa terra". Non è finita. Perché nel mirino di Salvini finisce anche l’ex Palasharp, il palazzetto dello sport in stato di abbandono dal 2012 che sarebbe dovuto diventare un impianto per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 per ospitare le partite di hockey su ghiaccio femminile: un progetto di riqualificazione abortito in agosto a causa dei troppi extracosti emersi per realizzare il restyling: "Non è degno di Milano avere quell’impianto inutilizzato, bisogna buttar giù tutto", va all’attacco il ministro e il destinatario dell’affondo sembra ancora una volta Sala, visto che l’area Palasharp è di proprietà comunale. L’ultimo affondo di Salvini, più indiretto, è sul caro-affitti a Milano. Il ministro annuncia "un nuovo Piano Casa per quella borghesia che non è abbastanza indigente ma non sufficientemente benestante, per disegnare dei quartieri che pensano al 2050 e non a quelle degli attendati davanti al Politecnico". Ogni riferimento degli studenti in tenda è puramente voluto. Salvini non segue la linea Sala neanche sulla critica agli affitti brevi: "Io sono un sostenitore del libero mercato. Un proprietario di casa, di due, tre, quattro o cinque appartamenti, nel mio Paese deve essere libero di metterli a reddito come meglio crede".
L’ultima nota riguarda sempre San Siro, ma il caos provocato sabato dalla contemporaneità, o quasi di Milan-Verona al Meazza e del concerto di Marracash all’ippodromo La Maura. I residenti del quartiere sono infuriati. In futuro due eventi del genere lo stesso giorno a San Siro saranno possibili? Sala replica netto "no, dobbiamo evitarli, perché così non va bene".