Vimodrone (Milano) – Dopo Bussero, Vimodrone, oggi in città sono 2mila i pazienti senza medico di famiglia costretti a fare la spola con Segrate e i comuni vicini, "ma a fine mese chiude l’ennesima condotta per pensionamento, altri 1.500 malati resteranno senza cure".
Il sindaco torna a chiedere "l’intervento urgente della Regione". "Dopo le lettere senza risposta che ho spedito nei mesi scorsi al Pirellone, ad Ats e all’Asst - dice Dario Veneroni - vorrei che qualcosa cambiasse davvero. Palazzo Lombardia aveva calcolato per noi la necessità di tre nuovi camici, ma non sono mai entrati in servizio. Eppure il diritto alla salute è di rango costituzionale, a pagare il prezzo più pesante in questa situazione sono soprattutto over 65 e fragili. È inaccettabile. Non possono essere le famiglie a farsi carico di un disagio che nasce da storture e mancanze organizzative".
La patata bollente adesso è sul tavolo di Roberta Labanca, nuova direttrice dell’Azienda ospedaliera Melegnano-Martesana. Da inizio mese, per scelta del Pirellone sono le Asst a doversi occupare della partita, qui come dappertutto. Veneroni invita ad agire, "non possiamo continuare così". Il primo cittadino combatte da più di due anni "contro i tagli. Abbiamo perso la continuità assistenziale e nel week-end e la sera siamo sguarniti. Mentre è stata respinta la nostra Casa della comunità con Segrate, si parla tanto di ricucire la rete dei servizi sul territorio, ma la realtà è diversa".
"Molti vimodronesi non hanno la possibilità di curarsi. Il problema è rimasto irrisolto nonostante i ripetuti appelli in arrivo dal territorio. Insieme ai 68 sindaci dell’hinterland avevamo scritto al governatore Attilio Fontana denunciando i rischi legati a uno scenario che nel tempo è diventato ancora più critico. Ma siamo al punto di partenza. Sappiamo che è una materia complessa, ma non possono ignorare le difficoltà di migliaia di persone". Domani, alle, 11, come una settimana fa, davanti alla Casa della Comunità di Gorgonzola ci sarà il secondo presidio organizzato dai pazienti contro la carenza di medici. Armati di cartelli e striscioni chiederanno "di essere assistiti", una battaglia cominciata da Bussero che sta raccogliendo consenso in tutta la zona.