Il nome in codice sui social Chernobyl, rave per 300 giovani in un maxi capannone dell’ex Sisas di Rodano e Pioltello, 300mila metri quadri nel cuore dell’ex polo chimico dalla tribolata storia industriale e oggi, dopo le bonifiche, in attesa di rinascita.
Sono stati gli uomini della polizia e i carabinieri, la notte scorsa a presidiare e poi interrompere l’evento non autorizzato: le divise hanno vigilato all’esterno dell’area per buona parte della nottata, e presieduto allo sgombero delle prime luci dell’alba. Nel corso dell’operazione sono stati identificati 83 giovani.
Le indagini sono in corso per risalire agli organizzatori. Tutti, in ogni caso, rischiano la denuncia. Una delle partecipanti all’evento, 25 anni, ha accusato un malore con crisi epilettica, forse a causa dell’assunzione di alcolici e stupefacenti, ed è stata trasferita all’ospedale di Cernusco per controlli.
Il tam tam sul rave organizzato nella cornice spettrale dei capannoni dell’ex polo chimico era stato intercettato, a quanto risulta, poco prima. A festa già in pieno svolgimento l’arrivo degli agenti della Digos della Questura e dei militari della Compagnia di Pioltello, in forze e con numerose pattuglie. Come è prassi, per evitare rischi, maggiori e insidiosi in un contesto ex industriale, le forze dell’ordine hanno predisposto un servizio di controllo e monitoraggio. Sino alle prime ore del mattino, quando, a musica ormai spenta e a party quasi al termine, hanno fatto ingresso nell’area, procedendo alle identificazioni e ai rilievi, durati ore. Controllate 83 persone, quasi tutte giovanissime; nel report anche il rilievo targhe di oltre 100 autoveicoli parcheggiati all’esterno e l’accompagnamento in Questura di un 25enne trovato in possesso dell’attrezzatura musicale, posta sotto sequestro. Malore della giovane a parte non sono stati registrati altri problemi di ordine pubblico.
L’area ex Sisas misura, nel suo complesso, 800mila metri quadrati, e ha ingressi sia sul versante che insiste su Pobbiano di Rodano che sul versante pioltellese. Una ferita antica al territorio dell’hinterland. Ormai 14 anni fa all’interno del suo perimetro furono rimosse, in una lunga e complessa stagione di bonifiche, quasi trecentomila tonnellate di veleni.