
I primi studenti del Master of Science in Cyber Risk Strategy and Governance
Milano, 16 settembre 2019 - È un unicum non solo in Italia ma nel mondo: il nuovo corso in cyber risk firmato dall’università Bocconi e dal Politecnico ha aperto le porte ai primi 38 studenti. Una volta entrato a regime, dopo l’anno pilota, conterà 50 laureati in classe. Sei mesi al Politecnico, sei mesi in Bocconi: l’anno prossimo l’ordine sarà invertito. Al debutto del Master of Science in Cyber Risk Strategy and Governance si brinda alla parità di genere raggiunta, che per le materie tecnico-scientifiche non si può ancora dare per scontata. Aziende e partner - dietro le quinte insieme ai due atenei - hanno già predisposto le prime 18 borse di studio. Il Politecnico di Milano apporterà le proprie competenze di information technology e ingegneria, mentre la Bocconi curerà la formazione di scienze sociali (economia, management, finanza e politiche pubbliche) e di diritto. Matematica e statistica saranno centrali.
«Questo programma mette insieme due università italiane e fa convergere tre anime - spiega Greta Nasi, co-direttrice del Master of Science per Bocconi - una tecnica, una scientifica e una gestionale, per far dialogare le diverse componenti di un’azienda, chi si occupa di strategia con chi deve prendere le decisioni strategiche». Il corso è nato da un’esigenza di mercato e del mondo del lavoro: gli sbocchi professionali corrono su due carriere parallele, quella di manager nel campo “cyber risk and security” e quella più orientata verso la protezione dei dati e la sicurezza. Lo chiedono le aziende, che partecipano anche nella creazione dei programmi non solo con l’ottica di fare scouting. Il corso di laurea vuole fornire ai partecipanti gli strumenti per comprendere, valutare e governare le opportunità e le minacce derivate dalle tecnologie emergenti. «C’è il cyber risk forum - spiega Nasi - un dialogo continuo fra le componenti accademiche e le imprese».
Trentotto gli studenti già in aula: «Sono arrivate molte domande - spiega il direttore del master -, abbiamo deciso di selezionare persone con competenze e provenienze diverse. Non predomina la natura tecnica e informatica anche se non manca». Ci sono ingegneri elettronici, laureati in economia, relazioni internazionali e scienze politiche. «È essenziale perché dà luogo a prospettive diverse, ci consente anche nelle attività in aula di beneficiare di punti di vista differenti». Il dato sulla presenza femminile è un ottimo segnale: «Siamo già al 47,5% - fa i conti Nasi – in un corso di laurea considerato soprattutto tecnico e tecnologico è bellissimo. Ne abbiamo bisogno. Alcune di queste studentesse hanno già alle spalle un background scientifico e informatico». Corso interamente in lingua inglese, la classe è “europea”: «C’è una componente greca interessante, ci sono studenti dalla Francia, dalla Bulgaria, uno studente turco - spiega - e, viste le tempistiche che quest’anno sono state strette, mi aspetto dal prossimo una classe ancora più internazionale. Questo semestre saremo al Politecnico, il prossimo in Bocconi: diamo il modo a questi ragazzi di vivere Milano e la sua dinamicità». I due rettori Gianmario Verona e Ferruccio Resta hanno dato il via, insieme, alle lezioni. «Oggi vorrei essere dall’altra parte dei banchi – ha confessato il rettore della Bocconi, Gianmario Verona, ai 38 pionieri - perché vi apprestate a fare un percorso unico e innovativo. È più di un double degree perché è stato progettato congiuntamente dai due atenei, risponde alle domande più attuali delle aziende, è interdisciplinare e, grazie alle borse di studio messe a disposizione dai partner, è inclusivo».