
Uno dei rapinatori con la catenina appena strappata tra le mani
Alle 5.30 circa, siamo scesi alla fermata via Pascoli-viale Romagna: il primo a scendere sono stato io e l’ultimo il mio amico A. Io mi sono voltato perché ho sentito confusione e urla e ho visto due dei quattro nordafricani dietro A. e un altro sopra di lui che tentava di strappargli la collana che indossava. Io a quel punto sono intervenuto in soccorso del mio amico e il quarto soggetto mi ha aggredito con una coltellata al fianco destro. Subito dopo avermi sferrato la coltellata, mi mostrava il coltello minacciandomi di non avvicinarmi al mio amico. Successivamente ho perso i sensi.
È la testimonianza di N., lo studente spagnolo di 22 anni che nella notte tra il 21 e il 22 febbraio ha difeso un coetaneo connazionale con cui sta condividendo un periodo di studio all’Università di Brescia col programma Erasmus. Per fortuna, se l’è cavata con un taglio superficiale e dieci giorni di prognosi, ma quel raid sulla 90, andato in scena a poche ore dal blitz armato di Cascina Merlata, ha riacceso riflettori e polemiche sull’allerta sicurezza e sulla diffusione delle lame in strada. Gli investigatori della Squadra mobile hanno risolto il caso in meno di una settimana: tra il pomeriggio e la serata di giovedì scorso, gli agenti dell’Antirapine e dei Falchi, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dai funzionari Michele Scarola e Filippo Bosi, hanno fermato quattro giovani egiziani per concorso in rapina pluriaggravata. A cominciare da Abdelghani I.E., intercettato alle 14.20 vicino a un bar di piazzale Loreto: in tasca aveva un coltello a serramanico. Un quarto d’ora dopo, è toccato al coetaneo Abdelaziz A.I. e al ventiduenne Iman E.A., bloccati in via Oropa, mentre alle 19 è finito in manette in viale Monza il ventunenne Mohamed A.Z.
Sono loro i presunti membri della gang che ha assaltato tre ragazzi iberici, di ritorno in zona Città Studi dopo una serata trascorsa alla discoteca Alcatraz: in due sono stati derubati delle catenine, mentre il terzo è stato colpito per neutralizzarne la reazione. Gli agenti di via Fatebenefratelli sono partiti dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate a bordo del filobus 90: i frame di ottima risoluzione hanno consentito ai poliziotti di isolare i volti dei nordafricani, tutti fotosegnalati tra il 22 marzo 2023 e il 5 febbraio 2025 e presenti nelle banche dati delle forze dell’ordine. Gli stessi visi immortalati anche nei profili TikTok di alcuni di loro, peraltro con gli stessi abiti la notte dell’agguato sul mezzo pubblico. L’ultimo passo per chiudere il cerchio è stato quello di mostrare le facce agli spagnoli, che le hanno associate senza alcun dubbio ai loro aggressori. Da lì è scattata l’operazione per rintracciare i responsabili, che frequentano abitualmente via Padova e dintorni; ed è proprio in quella zona che sono stati rintracciati nel giro di poche ore. I profili rimandano a fantasmi che si muovono sul territorio senza un posto fisso: il ventunenne risulta residente a Crescenzago, ma i condomini del palazzo non l’hanno mai visto.
Uno dei ventenni, con permesso di soggiorno per lavoro subordinato in scadenza a metà novembre, è domiciliato a Sesto San Giovanni, ma di lui non c’è traccia da quelle parti. Il coetaneo è stato controllato il 3 febbraio dai carabinieri vicino a un’area abbandonata di Gorgonzola, mentre il ventiduenne è titolare di un foglio di soggiorno per richiesta di asilo scaduto il 13 novembre scorso, è senza fissa dimora, disoccupato e con precedenti.
Nicola Palma