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'In nome della madre': Storia di Maria di Nazaret a Milano

In "In nome della madre" di Erri De Luca, Maria di Nazaret è raccontata nei suoi interrogativi esistenziali: paure, coraggio, dubbi e amore assoluto. Un monologo teatrale in scena al Chiostri Suite del Fontana.

'In nome della madre': Storia di Maria di Nazaret a Milano

"La grazia non è un’andatura attraente, non è il portamento elevato di certe nostre donne bene in mostra. È la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza neanche spettinarsi". Mangiarsi la vita a morsi. Senza nemmeno scostare i capelli dalla fronte. Strappa un sorriso quest’immagine. Che gioca con un concetto alto (spirituale) come la grazia. Ma la colloca nei tinelli della nostra quotidianità. Come fossero frammenti di una bellissima ragazza allo specchio. Testarda e innamorata. D’altronde umano, tremendamente umano rimane lo sguardo di Erri De Luca ne "In nome della madre". Dove Maria di Nazaret è raccontata nei suoi interrogativi esistenziali: le paure, il coraggio, i dubbi, l’amore assoluto per quel figlio di Dio e del suo ventre. Nove mesi in soggettiva. Che ribaltano le certezze del racconto. Per plasmare in parole lo sguardo elettrico di un’adolescente. Breve romanzo del 2006, in realtà cresce su un’evidente tensione teatrale. Tanto da convincere Danilo Nigrelli a trasformarlo in un monologo. E ad affidarlo in scena alla qualità di Patrizia Punzo. Il loro "In nome della madre" apre da stasera la rassegna Chiostri Suite del Fontana. Assaggio di teatro. All’aperto. Nei bellissimi Chiostri Bramanteschi, proprio di fianco alla sala di via Boltraffio. Repliche fino a venerdì. Ma solo per cinquanta spettatori. Dal 25 al 28 settembre il secondo appuntamento. In scena Michele Maccagno alle prese (bella sfida) con lo "Sdisorè" di Testori. Un Oreste polifonico e tormentano. Dalle origini brianzole. Che decostruisce il mito e qualsiasi cosa gli passi davanti. Un classico del secondo Novecento. Qui impreziosito dalla regia di Gigi Dall’Aglio, una di quelle figure che mancano tantissimo al teatro. Musiche di Emanuele Nidi.

Diego Vincenti