Era il 1918: poco prima della fine della Grande Guerra, moriva in battaglia l’asso dell’aviazione italiana Francesco Baracca. In suo onore venne eretta una statua, inaugurata nel 1931 alla presenza di una gran folla di cittadini, soldati e balilla, e posizionata al centro dello spiazzo a lui intitolato, allo sbocco di corso Magenta. Qui un tempo sorgeva Porta Vercellina, costruita in epoca napoleonica lungo la cinta delle mura spagnole. Dell’arco neoclassico, demolito nel 1897, non resta traccia: piazzale Baracca appare oggi come una distesa di aiuole e pavé, punteggiata da chioschi e fermate del bus.
"Qui abitano persone di un certo livello economico, ma quando sono arrivata, 33 anni fa, la piazza era tenuta meglio – osserva la fioraia, Angela Lorusso –. Un giorno mi hanno rubato il portafogli dal chiosco". Simile la percezione di Manuela Atomi, che gestisce un baretto: "La piazza è un po’ lasciata andare e spesso gira gente strana: chi urla, chi strappa le piante, chi fa i bisogni in giro, chi imbratta le serrande". Il tutto sotto lo sguardo del grande aviatore italiano.