
di Giulia Bonezzi e Nicola Palma
L’allarme è scattato qualche minuto dopo le 22, quando le forti raffiche di vento hanno scoperchiato il tetto dell’edificio al civico 7, che ospita la residenza assistenziale per anziani "Opera Pastor Angelicus" dell’Istituto geriatrico milanese. La copertura esterna dello stabile è precipitata all’improvviso in strada, danneggiando diverse auto parcheggiate lungo il marciapiedi e ferendo lievemente una donna di 49 anni poi assistita dai sanitari del 118. In via Arsia, a Vialba, sono arrivati subito i vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo per mettere in sicurezza la struttura e accertarsi che non ci fossero altre parti pericolanti. Il danneggiamento del tetto ha reso necessaria l’evacuazione di una decina di ospiti della Rsa, che per fortuna non hanno riportato gravi conseguenze e sono stati portati in un altro centro dell’Istituto. Un’operazione piuttosto complessa dato che, a quanto risulta, questi anziani erano stati isolati in un reparto all’ultimo piano in attesa dell’esito del tampone nasofaringeo al quale erano stati sottoposti nelle ore precedenti. Una procedura che è obbligatoria, ad esempio, anche per tutti i nuovi ospiti che vengono ricoverati, in base alle regole rigide introdotte dalla Regione per la riapertura delle Rsa alle quali, dopo le proteste dei gestori, è stato concesso di organizzare l’isolamento preventivo all’interno delle strutture, purché dotate di un’area adeguata.
Intanto all’Rsa Quarenghi, dov’è stato scoperto nei giorni scorsi il primo focolaio di coronavirus post-emergenza, sono arrivati anche gli ultimi esiti del tamponamento a tappeto di tutti i 123 ospiti e i 111 lavoratori della struttura dopo che un anziano, che aveva manifestato sintomi compatibili col Covid, era risultato positivo. Sono quattro alla fine gli operatori sanitari contagiati e messi a riposo, dei quali soltanto uno ha avuto qualche linea di febbre. Sono in tutto ventidue (uno più di venerdì, quando Il Giorno ha rivelato il caso) gli ospiti positivi, e tutti tranne il primo dal quale era partito l’allarme sono ancora asintomatici. Ieri a mezzogiorno altri cinque erano stati portati in ospedale come prevedono i protocolli regionali, e il bilancio era quindi di 15 ospiti trasferiti e 7 isolati nella Rsa in attesa che si liberino posti nei reparti Covid. Alberto Meneghini, direttore d’area di Coopselios, la cooperativa sociale emiliana che gestisce la Rsa Quarenghi, ieri ha ribadito che nella residenza di Bonola "sono state messe in pratica tutte le misure di prevenzione, tutti i protocolli prescritti dalla Regione. Le domande bisogna porsele, le risposte non è facile darsele". Anche il direttore sanitario dell’Ats Metropolitana Vittorio Demicheli aveva detto che "se è entrato alla Quarenghi" che "aveva passato tutti gli esami, non si può essere sicuri di tenere fuori dalle case di riposo il virus".
"Non sappiamo da quanto tempo queste persone siano positive - ragiona Meneghini -, sia gli anziani sia i lavoratori. Bisognerebbe fare un tampone al giorno, ma non è possibile. Continuiamo a lavorare cercando di migliorarci, ma la rete ha le maglie strette, non chiuse. Anche se se si fa una grande opera di sensibilizzazione su lavoratori e familiari ci sono fattori che possono sfuggire; abbiamo un nucleo Alzheimer, mettersi la mascherina o non mettersi le mani in bocca più di tanto non si può assicurare. E un contagio potrebbe avvenire anche attraverso un materiale o un prodotto che giunge dall’esterno".